giovedì 1 aprile 2010

Deliri del primo aprile

Primo giorno di Aprile, prima notte di appena 6 ore.
Marzo si era concluso in allegria, giusto una punta di malinconia in serata, quel London calling improvviso, la voglia di essere lì, la voglia di camminare su Strand, di arrivare di nuovo a Trafalgar... la voglia di tornare indietro nel tempo, per poterti dire due parole, due parole che da troppo tempo riesco solo a pensare e mai a pronunciare. Per ignorare il mio stato d'animo, per non interrogarmi sul suo perchè, ho cercato di distrarmi con un libro... ci sono riuscita, dovevo riuscirci, e poi leggere il segreto di montaldo era un po' come avere Mikey qua che mi parlava dei fatti suoi... Poi, dopo mezzanotte, dopo l'ennesimo silenzio che non riesco più a sostenere, ho iniziato a vagare nelle pagine che mi sono tanto familiari... fino a quando non ho incrociato di nuovo i tuoi occhi. Semichiusi per il riflesso del sole, ma non importa... conosco quello sguardo, anche se non l'hai posato spesso su di me, e posso immaginare tutte le sfumature di colore dell'iride, dall'arancione al caramello al moka espresso. Animali notturni, per mesi, che dico, ormai per anni, siamo stati consci l'uno della presenza dell'altra dietro uno schermo di un pc... ci siamo cercati, evitati, mandati segnali, ritirati... in fondo, non ho paura a dire che ci siamo amati. Ed odiati, perchè l'amore senza odio non c'è. Ti ho odiato, Tim, ti ho odiato più di qualsiasi altra cosa al mondo, perchè allo stesso modo ti amavo. Ed ora che ti ho riempito di bugie, forse mi odierai anche tu. Ti ho raccontato di amare un altro, e se l'ho fatto è stato solo perchè volevo crederci io per prima... volevo credere che i suoi begli occhi, che brillano come due stelle nelle notti più chiare d'estate, splendenti di una luce pura, ed innocente, potessero indicarmi la via per uscire dalla tua anima, per separarla dalla mia una volta per tutte, pezzo pezzo, granello a granello... Mi sono illusa che fingere una spensieratezza che non mi appartiene più mi avrebbe restituito l'allegria che tu hai tolto ai miei giorni, che innamorarmi avrebbe automanticamente cancellato l'amore che provavo per te. Non funziona così, e l'ho sempre saputo.
Quando ero un'adolescente, credevo all'amore eterno... credevo che ci si innamorasse, e si amasse per sempre la persona che avevi amato... ne avresti amate altre, ma gli amori si sarebbero sommati, mai rimpiazzati. In realtà, a quell'età sei fermamente convinto che amerai una sola persona per tutta la vita: ci pensi bene, quindi, prima di innamorarti.
Il punto è che, dentro di me, so che sei stato l'unico. Innamorarsi ed amare sono due cose distinte, io con te le ho provate entrambe, immediatamente. Perchè, quando sono cascata nei tuoi occhi, ho visto la tua anima, me ne sono innamorata e l'ho immediatamente confusa con la mia.
C'è qualcosa di te, dentro me, ne sono sicura. E tu hai un pezzo di me. Sono sicura che, se fossimo vicini, ci abbracceremmo e ci lasceremmo morire senza fare nient'altro che non cercare di ritornare l'unità perfetta che eravamo prima, come ci insegna Platone. Ma hai scelto una strada diversa, e io devo prendere la mia. Ma non ci riesco.
Lisa ha detto che sembri felice, con lui. Anche io sono felice. Come potrei non esserlo... è primavera, c'è il sole, oggettivamente. Non è la felicità, che ci manca. E' la completezza, l'unità...
Sono riuscita a far finta di niente per 8 settimane. Tu lo stai facendo da un anno e 4 mesi. Ma hai cmq aspettato una mia bugia, due mie bugie, per uscire finalmente allo scoperto, per farti vedere con lui, per poterti sentire libero di essere come sei. Sei gay. E ormai nemmeno più mi importa. Perchè te lo leggo negli occhi, nei sorrisi che non fai e nel cuore, che disperatamente cerchi qualcosa. Che mai troverai. Ce l'ho io, ed io soltanto.
 
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.