giovedì 30 settembre 2010

Another crack in my heart,
Another picture on the wall,
Another way to spend an evening, when there's no-one there at all.
Another kiss to say good-bye,
Another cross upon a chart.
Another suitcase at the door.
Another crack in my heart.
Summer has come and past... the innocent can never last! Wake me up when september ends...


I know I have to get over you, but at present I'm finding it hard to do, so I beg you, please, to take a moment to ask...

Does she hold you the way that I used to?
Does she smile at you from the center of her heart?
Does she live for you? Would she die, for you, if you told her that you want her to?
Could she love you... the way I always will?
What could you ask her to?

martedì 24 agosto 2010

I'm back (non mi viene un titolo, accontentatevi!)

Ogni estate, da quando ho memoria, ho visitato un posto nuovo. Per quasi ogni estate, in realtà, ho ricordi di spiagge, o di città, di persone, di lingue straniere, di cibi strani, di sensazioni nuove.
Del vento tra i capelli su una balaustra, della luna piena che si riflette argentea su un lago, di chiese altissime da far paura, dei drink alcolici che ti rincitrulliscono, gli odori speziati delle botteghe, i suoni particolari dei luoghi sconosciuti in cui ho camminato, e che ora sono tutti lì, in bella mostra sulla parete del mio armadio. Per ogni anno, per ogni estate, potrei elencare il posto che ho visitato, e il ricordo più bello. Perfino negli anni in cui in vacanza non sono andata, o ci sono andata in autunno, saprei ricordare la descrizione di un posto, di un luogo fisico in cui magari sono stata una sera.
Ma non quest'anno. L'estate del 2010 non la ricorderò per i posti che ho visitato, perchè non ne ho visitato nessuno, nessuno nuovo almeno. Non ho fatto gite culturali, non sono nemmeno mai uscita dalla mia regione, anche se, ad onor del vero, nella mia regione c'è tantissimo da vedere.
Quest' estate, l'unica cosa che potrò ricordare sono gli stati d'animo, le risate, i viaggi infiniti in macchina, la disperazione, i gesti d'affetto e di rabbia, e l'amore tra le persone.
Credo che, se dovessi scegliere il ricordo più bello di quest'estate 2010 che manca ancora un mese a finire, ma che forse per me è già finita, sceglierei una sensazione: La sensazione di perfetta serenità, di pace interiore, e di appartenenza, che ho provato ogni volta che, disperata dentro ma senza darlo a vedere fuori, mi sono stretta ad Angelo, e lui a me.
Sceglierei questo, senza ombra di dubbio, perché era la cosa di cui più avevo bisogno durante l'inferno che ho passato a casa tra maggio e luglio, perché è l'unica cosa che ancora adesso mi permette di riconoscere in lui la persona che ho conosciuto e ammirato, perché sarà la cosa che mi manca di più in futuro, adesso che lui ha deciso di privarmene.
Raccontarvi mesi della mia vita in cui ho evitato di scrivere in questo blog sarebbe eccessivo.
Proverò quindi a rispondere alla semplice domanda: chi è Angelo?, domanda che mi è stata realmente fatta un milione di volte, e a cui non so mai rispondere perché lui non è un amico, non è la persona che amo, non è il mio ragazzo, ma allo stesso tempo è talmente importante che non è un conoscente, o una cotta, o un tipo così. Lui è Angelo. Punto. Lo so che non ci credete che non riesco a classificare qualcosa, ma è così. D'altra parte, la toponomastica mi ha sempre dato sui nervi.
Proverò quindi a parlarvi un po' di lui, dal mio punto di vista, ovvio. Darvi informazioni del tipo dati sensibili sarebbe inutile e dannoso, nonchè assolutamente fuori luogo perché lui, a differenza di Mark e di Tim, esiste. Anche troppo, per i miei gusti!!!!
Conosco Angelo da fine gennaio. O meglio, ci conosciamo virtualmente da quella data, il resto è venuto dopo.
Per chi mi conosce dal vivo la storia è nota, ma devo pensare anche ai poveri lettori sconosciuti che per caso capitano sul mio blog, quindi abbiate pazienza.
Ok, tutto è iniziato come una competizione tra me e mia cugina. Tutto è iniziato perché ho pensato che fare la cretina a giocare con mia cugina a chi si fregava la polpetta dal piatto, mi avrebbe aiutata a dimenticare Tim. Tim, è sempre tutto colpa sua! ^_^ Così, una volta trovata una polpetta appetitosa, il gioco è iniziato. A dire il vero, le polpette inizialmente erano due. Angelo e un tale Stefano, che non so perché ci siamo ritrovate nel gioco senza volerlo. Era lui che voleva noi, entrambe. Ma, ovviamente, io mi sono scelta la polpetta difficile: non mi diverto con chi mi vuole, lo sapete voi e lo so io, no?
E poi, che competizione volete che ci sia, se ci si sta combattendo uno per cui una donna vale l'altra, una di noi valeva l'altra?
Era alquanto svilente, sto Stefano, e l'ho mollato a mia cugina dopo manco 3 giorni, anche perché, ripeto, Angelo ce l'eravamo scelto, lui no.
Scelto e cercato, tra l'altro. Ma a questo punto, c'è da chiarire che mia cugina non è mai stata cosciente del gioco di gatto e topo in cui l'avevo infilata, anche se a scatenarlo è stata proprio lei. Nel momento esatto in cui ci siamo accorte di provare una vaga attrazione per lo stesso sconosciuto che avevamo davanti, nel momento stesso in cui lo abbiamo detto l'una all'altra, in quel momento, è scattata la competizione. Quella sana, terribile competizione tra donne dalla quale ero stata esclusa per un anno e mezzo per via di Tim... ovvio, non potevo competere con gli uomini!!!!
Sapevo che alla fine del gioco, comunque fosse andata, non avrei potuto stare peggio che dopo Tim... anzi, io c'ero ancora dentro, con Tim. Volevo solo ricordarmi cosa significasse essere donna, e questa strana situazione era l'ideale per fare un ripasso generale. Per inciso, Angelo è stato il primo ragazzo che sono riuscita a vedere bello, dopo Tim. Doveva significare qualcosa, no?
Bene, così mi ero trovata il Ken da guardare e con cui giocare, e, visto il lavoro strano che faceva, avrebbe potuto risultare anche interessante. Quello che non avrei mai pensato era che mia cugina avrebbe azzeccato in maniera strana, costringendomi a giocare sporco. Non mi piace giocare sporco, lo giuro, ma ci sono cose che non sopporto, tra queste la superficialità e le bugie. E lei le usava entrambe, con lui. Intanto, più parlavo con Angelo più mi piaceva: lo trovavo simpatico, a modo suo arguto, e tutto quello che mi raccontava per me era nuovo e iperentusiasmante. Riempiva le mie serate invernali con cose nuove, tanto che, quando una sera non l'ho visto collegarsi, e poi due, e poi tre... bè... ho saputo cosa significava sentire un vuoto. Ma un vuoto vero. Guardavo il pc senza sapere cosa fare, i miei amici tutti lì ma lui non c'era e quindi era come se non ci fosse nessuno. In men che non si dica, ho saputo che mi aveva addomesticata, senza avermi nemmeno mai vista in faccia. Il che è tutto dire.
Nel frattempo, da tempo avevo smesso di informare mia cugina di quello che ci dicevamo o succedeva. Vista la rapidità con cui si erano scambiati qualsiasi tipo di contatto via pc, avevo deciso di stare zitta, perchè lei era in una specie di METT' ACOPP' MOOD: se io gli mandavo na cosa su fb, lei lo contattava in chat, se io lo contattavo in chat, lei su msn... per evitare che lei arrivasse al numero di telefono e mi eliminasse dal gioco, ho iniziato la tattica del "dimmi dimmi che io sto zitta", sicchè io sapevo tutto quello che loro si dicevano in chat, ma lei nemmeno sapeva + che ci parlavamo. Nè che ci eravamo scambiati il numero. Nè, tantomeno, che ero stata a trovare Angelo una sera di inizio Marzo. A onor del vero, dopo 7 mesi, mia cugina non ha ancora il suo numero di telefono, e tutti i rapporti che hanno, li hanno attraverso me.
Anche se poi ho dovuto metterla a parte di tutto quello che era successo, altrimenti non si spiegava perché io dovessi uscire con Angelo e co. e non riuscissimo mai ad organizzarci.
In quei mesi, da marzo a giugno, Angelo ha cercato più volte di sparire. Non credo lo facesse con intenzione, ma credo abbia una qualche sorta di problema a legarsi alle persone. Se non fossi così capatosta come sono, probabilmente ora non saremmo così stupidamente e tremendamente legati come siamo, ma lo sapete come sono, no? se mi metto in testa una cosa, non c'è niente che mi faccia cambiare idea. In realtà, ancora adesso non vi so ben dire cosa voglio da lui, né cosa volessi negli scorsi mesi. All'inizio, solo che mi distraesse da Tim. Ha fatto molto di più. In 6 settimane ero fuori dalle paranoie che mi attanagliavano da mesi, non passavo più le mie giornate controllando ogni caspita di pagina di Tim, cercandolo su google, youtube e quant'altro, sentendomi male perché chi lo sa dov'era. Forte di ciò, ho anche chiuso il mio account di FB. Non volevo saperne più niente, almeno non in quel modo. Ho cancellato Tim e tutte le persone che erano legate a lui in quel di Londra in un sol colpo. Anche se, a quel tempo, Angelo era un vagabondo del network che spariva ogni 3 giorni. Lui aveva addomesticato me, ma io non riuscivo ad addomesticare lui. La cosa iniziava a diventare frustrante, quindi direi che la seconda cosa che ho voluto da lui è stato che si addomesticasse. Che non venisse meno ai nostri riti, che istituisse egli stesso dei riti, che mi volesse bene e si accorgesse quando non c'ero. Però aspettate, bugia. C'è un'altra cosa che volevo da lui, e che ora non voglio più solo perché gli ultimi accadimenti mi hanno un po' schifata. Volevo un bacio. L'ho voluto dalla prima volta che ci siamo parlati, fino alla penultima volta. L'ho voluto ogni volta che ha aperto bocca in mia presenza. Lui non lo sa, ma parlo quando c'è lui, + del solito, perché se parla lui io inizio a fissarlo con sguardo da ebete e penso che voglio baciarlo. Ups... tutta questa frase dovrebbe essere al passato, ehehehe
Cmq, non ho mai voluto più di questo. Siamo troppo diversi, troppo distanti, troppo divergenti per poter collidere in qualcosa di più che non sia quello che abbiamo. Che, lui non l'ha ancora capito, ma è davvero tanto.
Non l'ha capito perché Angelo del mondo sa tanto poco quanto ne posso sapere io della genetica. O meglio, sa tanto di alcune cose, poco di altre e niente di alcune che nei rapporti umani sono fondamentali. E daremo la colpa alla sua giovane età ed allo stile di vita per queste sue pecche, che, fino a qualche tempo fa, mi facevano solo sorridere. Perché, alla fine, ho imparato a volergli bene per come è, a quella testa di biiiiip. E come fai a non volergli bene, quando hai capito com'è veramente? Ha così paura di tutto, ma fa finta di non averne affatto, che a volte lo prenderei per mano, lo porterei sul pizzo di una montagna e poi, spaziando col braccio, gli direi: "Guarda. Il mondo. Non ne devi avere paura. Sei nato per viverci dentro. E, per ogni situazione, ci sono cmq io a darti una mano."
E invece, senza manco saperlo, me l'ha data lui una mano. Perché, per qualche strano motivo, lui mi calma. Non c'è niente che mi calmi di più della sua presenza, il suo sguardo tranquillo su di me, il battito del suo cuore quando mi abbraccia, perfino il suo modo di camminare e di muoversi, mi infondono una tale calma che potrei chiamarlo Mr Camomilla. Lo adoro, per questo, e pensare che da un mese stiamo solo litigando per colpa di una deficiente che non si sa tenere cara la sua ef ai gi ei, mi fa ribollire il sangue.
Anche perché, lui mi fa incazzare, ma lui è l'unico che mi può calmare. E' un fottutissimo serpente che si morde la coda.
Ovviamente ho saltato tutta la parte in cui dal 24 Maggio ad oggi, ci siamo visti almeno una volta a settimana, tranne rare eccezioni, ovvero quando io mi sono operata all'utero e quando abbiamo litigato a pazzi a inizio di questo mese. Ho saltato tutta la parte in cui l'ho addomesticato, sicchè adesso non ci sopportiamo, perché ho fatto il grave errore di dirgli che ero innamorata di lui, cosa che non è vera perché non lo amo, non in senso tradizionale, almeno. Ho solo avuto un attacco di gelosia e di nervi perché lui ha cercato di tenermi nascosta una liason sporca e clandestina con un essere squallido che non si merita nemmeno di succhiargli l'unghia del ditone del piede.
Questa è una delle cose che non sopporto di Angelo: si sottovaluta. E non capisco se lo fa per una bassa autostima o per superficialità. Ma lo fa. Non sopporto di vederlo concedersi a persone che di lui non se ne fregano niente, se non perché è bello, alto, e sta su un palco. O, ancora peggio, perché è l'unico pene disponibile al momento. Non sopporto vederlo lavorare come un mulo e non avere il coraggio di vivere la sua vita, lasciandosi scappare le occasioni per la paura di un litigio, di perdere la tranquillità fittizia che ha in superficie.
Perché dentro, Angelo ribolle. Dietro il suo tranquillo incedere nel mondo, dietro la sua mollezza a volte, dietro le idee chiuse che va blaterando alla gente, e in cui non crede nemmeno un po', ma così gli hanno insegnato e così dice, dietro tutte le paure di ogni tipo e genere che lo bloccano, c'è un vulcano pronto ad esplodere. Un Vesuvio in miniatura, il mio Angioletto. Avrebbe bisogno solo di un terremoto ispiratore. Che io non sono riuscita a provocare, perché sono caduta nella rete della stupidità femminile, ma sono donna anche io, ogni tanto, e quando le cose mi fanno incazzare mi fanno incazzare.
Recupereremo. Perché ora non ci sopportiamo a vicenda, io non lo voglio vedere ma non riesco a stare senza sentirlo, e lui non vuole sentirmi parlare e non vuole che lo tocchi, ma non riesce a stare senza vedermi. Credete che andremo lontano l'uno separato dall'altra? HO I MIEI DUBBI.
Ed è tutta colpa mia se soffriremo: sono stata proprio brava a farmi volere bene, e quando ci sarà passata l'incazzatura, lo schifo, la paura (sua), e smetterà di pensare che voglio stuprarlo ogni volta che gli prendo la mano, e che tutto quello che dico, nel bene e nel male, lo dico nei miei deliri di innamorata, allora recupereremo. Prima, è impossibile.
Da quando è successo tutto quel caos immane, io non mi fido più di lui, lui, anche se non lo sa, non si fida più di me, e quando siamo insieme sembriamo una coppia di ex in fase di divorzio. Veramente penoso per noi e per chi ci sta attorno, credetemi.
A questo punto, non so se ho risposto alla domanda: Chi è Angelo?
Ma spero di avervi fatto capire quanto è importante, e di averlo introdotto a dovere, perché credo che ne sentirete parlare ancora, e ancora. Dopotutto, l'estate non è ancora finita.

venerdì 7 maggio 2010

Non ho idea di come intitolare questo post, in ogni caso, lo scrivo.
Sono le 8 del mattino e, devo ammetterlo, ultimamente è veramente raro trovarmi sveglia a quest'ora, a meno che non abbia qualcosa da fare.
Oggi, ho da riorganizzare la mia vita, e mi domando quand'è che potrò di nuovo dormire fino a tardi, facendo le nottate scrivendo come mio solito.
Ho la netta sensazione che la risposta sia: mai più.
Forse, se ci riesco, qualche domenica mattina. Per ora.
Un istante, mezzo istante, e cambia tutto. Quante volte è già successo nella mia vita? Credo che la mia media sia più alta rispetto a quella della maggioranza dei miei coetanei, eppure non imparo mai.
Nel mio stupido, innato ottimismo, mi convinco sempre che sia l'ultima volta che succede, in negativo, almeno. Niente di più sbagliato: le cose che succedono, sono sempre brutte, quelle belle ce le dobbiamo sudare, faticare, e poi vederle svanire come sono arrivate.
E così, mentre ti stai facendo lo shampoo, un giovedì pomeriggio qualunque, ti arriva una telefonata e tutto cambia.
La telefonata che ho avuto ieri, mi annunciava che Ivana che, per chi non lo sapesse, è la badante di mia madre ed è in casa con noi da 10 anni, si è sentita male ed è stata trasportata al pronto soccorso. Mi viene riferito di una crisi ipertensiva dovuta alla pressione alta, la quale cosa non sembra così grave... immaginatevi lo stupore alla telefonata successiva quando mia zia, accorsa in ospedale al posto mio perchè non potevo lasciare mamma da sola, mi chiama dicendo che Ivana in realtà ha avuto un ictus ed è in rianimazione, con più probabilità di morire o restare un vegetale, che di tornare quantomeno ad avere una parvenza di essere umano.
Come un automa, la prima cosa a cui ho pensato, visto l'orario, è stato far mangiare mia mamma. E, credetemi, questo mio primo pensiero mi irrita: la tratto come una figlia, e la cosa mi infastidisce perchè l'ho sempre detto che non volevo cambiare più pannoloni a qualcuno che non fosse uscito dalla mia pancia, che non volevo più sacrificarmi per nessuno... eppure, a livello inconscio, ci penso sempre.
Tutto questo misto ad ansia, e panico, e boh. Casini vari per avvisare i figli in Ucraina, ancora oggi non so se riusciremo a farli venire qua, tristezza immensa per la situazione e sempre, sempre, questa vita crudele che deve andare avanti.
Svegliarsi stamattina, o meglio, alzarsi, perchè a dormire ho dormito ben poco, andare a vedere se mamma aveva bisogno di qualcosa e poi temporeggiare per aprire le finestre perchè questo sole oggi è infame, e se piovesse, come avevano detto le previsioni, sarebbe meglio. Cercare di fare un milione di volte mente locale su cosa devo fare, ma avere il cervello totalmente disconnesso.... intanto, la prima cosa da fare era aprire le finestre e fare il caffè. Ed ora, aspettare Tamara per farmi dare una mano a lavare e vestire mamma... sarei perfettamente in grado di farlo da sola, ma non mi va. Sono stufa di fare sempre tutto da me, sono stufa che non ci sia mai nessuno che mi dica: eccomi, ti do una mano. Quindi, anche se prezzolata, me la prendo se c'è. Poi devo fare una serie di telefonate all'ambasciata e in Ucraina, e spero che dall'ospedale ci facciano sapere qualcosa... non ho nemmeno capito se mia zia o mio zio andranno a chiedere, non ho nemmeno ben capito in che condizioni sia... so solo che, come sempre, sono bloccata qui da mia mamma, e che questa cosa a volte può essere un vantaggio, tipo ora mi evita di andare in quel luogo ameno chiamato ospedale ma il 90% delle volte è una catena che spezzerei volentieri, anche a costo di passare del tempo in luoghi ameni in cambio.
Vado... è arrivata tamara ed è il momento di vestire mamma....

giovedì 1 aprile 2010

Deliri del primo aprile

Primo giorno di Aprile, prima notte di appena 6 ore.
Marzo si era concluso in allegria, giusto una punta di malinconia in serata, quel London calling improvviso, la voglia di essere lì, la voglia di camminare su Strand, di arrivare di nuovo a Trafalgar... la voglia di tornare indietro nel tempo, per poterti dire due parole, due parole che da troppo tempo riesco solo a pensare e mai a pronunciare. Per ignorare il mio stato d'animo, per non interrogarmi sul suo perchè, ho cercato di distrarmi con un libro... ci sono riuscita, dovevo riuscirci, e poi leggere il segreto di montaldo era un po' come avere Mikey qua che mi parlava dei fatti suoi... Poi, dopo mezzanotte, dopo l'ennesimo silenzio che non riesco più a sostenere, ho iniziato a vagare nelle pagine che mi sono tanto familiari... fino a quando non ho incrociato di nuovo i tuoi occhi. Semichiusi per il riflesso del sole, ma non importa... conosco quello sguardo, anche se non l'hai posato spesso su di me, e posso immaginare tutte le sfumature di colore dell'iride, dall'arancione al caramello al moka espresso. Animali notturni, per mesi, che dico, ormai per anni, siamo stati consci l'uno della presenza dell'altra dietro uno schermo di un pc... ci siamo cercati, evitati, mandati segnali, ritirati... in fondo, non ho paura a dire che ci siamo amati. Ed odiati, perchè l'amore senza odio non c'è. Ti ho odiato, Tim, ti ho odiato più di qualsiasi altra cosa al mondo, perchè allo stesso modo ti amavo. Ed ora che ti ho riempito di bugie, forse mi odierai anche tu. Ti ho raccontato di amare un altro, e se l'ho fatto è stato solo perchè volevo crederci io per prima... volevo credere che i suoi begli occhi, che brillano come due stelle nelle notti più chiare d'estate, splendenti di una luce pura, ed innocente, potessero indicarmi la via per uscire dalla tua anima, per separarla dalla mia una volta per tutte, pezzo pezzo, granello a granello... Mi sono illusa che fingere una spensieratezza che non mi appartiene più mi avrebbe restituito l'allegria che tu hai tolto ai miei giorni, che innamorarmi avrebbe automanticamente cancellato l'amore che provavo per te. Non funziona così, e l'ho sempre saputo.
Quando ero un'adolescente, credevo all'amore eterno... credevo che ci si innamorasse, e si amasse per sempre la persona che avevi amato... ne avresti amate altre, ma gli amori si sarebbero sommati, mai rimpiazzati. In realtà, a quell'età sei fermamente convinto che amerai una sola persona per tutta la vita: ci pensi bene, quindi, prima di innamorarti.
Il punto è che, dentro di me, so che sei stato l'unico. Innamorarsi ed amare sono due cose distinte, io con te le ho provate entrambe, immediatamente. Perchè, quando sono cascata nei tuoi occhi, ho visto la tua anima, me ne sono innamorata e l'ho immediatamente confusa con la mia.
C'è qualcosa di te, dentro me, ne sono sicura. E tu hai un pezzo di me. Sono sicura che, se fossimo vicini, ci abbracceremmo e ci lasceremmo morire senza fare nient'altro che non cercare di ritornare l'unità perfetta che eravamo prima, come ci insegna Platone. Ma hai scelto una strada diversa, e io devo prendere la mia. Ma non ci riesco.
Lisa ha detto che sembri felice, con lui. Anche io sono felice. Come potrei non esserlo... è primavera, c'è il sole, oggettivamente. Non è la felicità, che ci manca. E' la completezza, l'unità...
Sono riuscita a far finta di niente per 8 settimane. Tu lo stai facendo da un anno e 4 mesi. Ma hai cmq aspettato una mia bugia, due mie bugie, per uscire finalmente allo scoperto, per farti vedere con lui, per poterti sentire libero di essere come sei. Sei gay. E ormai nemmeno più mi importa. Perchè te lo leggo negli occhi, nei sorrisi che non fai e nel cuore, che disperatamente cerchi qualcosa. Che mai troverai. Ce l'ho io, ed io soltanto.

sabato 20 marzo 2010

Il senso di vuoto...

Negli ultimi giorni mi sono annoiata a morte, soprattutto di sera... Il Pc, che da anni è il mio passatempo preferito, il mio mezzo di comunicazione preferito, la mia distrazione continua, pareva non avere più alcuna attrattiva... Una noia mortale mi assaliva piano piano guardando le pagine che sono solita esplorare, i social network che frequento, msn e tutto il resto.
Stasera, mentre chattavo stancamente con alcune amiche, qualcosa ha squarciato il velo del mio limbo, e ho capito, improvvisamente, perchè mi annoiavo, anche se non è cambiato niente nelle mie abitudini internettare negli ultimi 6 mesi.
Da 5 giorni, manca qualcuno. E non mi manca psicologicamente, come poteva accadere fino ad un mese e mezzo fa con Tim, no no. Questa persona ha lasciato un vuoto nelle mie serate, rendendole pesanti e lunghissime. E' strano che non me ne sia accorta prima di stanotte, è strano che io non abbia capito quanto importante fosse parlare con questa persona fino ad adesso, adesso che non c'è e non so se tornerà. Ma non sono preoccupata di sapere se ci sarà ancora... sto solo prendendo atto del senso di vuoto effettivo che sento, che esiste, quel buco di due ore che ho vissuto in queste sere ogni volta che non c'è FISICAMENTE stato qualcuno qui a distrarmi: che fosse Annalisa o Michele, non importa. Ma, quando mi sono trovata da sola davanti a questo schermo, sentivo sempre un senso di disagio, che non riuscivo a capire da dove venisse... Ora lo so: Mi sono fatta addomesticare, senza nemmeno accorgermene. Ho passato le ultime 6 settimane a parlare, ridere, stupirmi dell'orario che si era fatto, insieme a questa persona. Ha riempito le mie giornate dedicandomi un'ora scarsa del proprio tempo, in media, quando capitavano le serate fortunate erano un paio d'ore, forse tre. Ma le informazioni che ci siamo passati, assieme al gran ridere, bastavano a riempirmi il cervello per le successive 23 ore...
E scopro improvvisamente anche la differenza tra le pippe mentali e l'assenza reale di qualcuno... Come poteva mancarmi qualcuno che non aveva mai fatto parte delle mie abitudini??? O meglio, qualcuno attorno al quale avevo costruito le mie abitudini, ma che non le aveva mai riempite con nulla se non col silenzio? L'amore obnubila (si dice così) il cervello, non c'è che dire!!!
E ora che non sono innamorata, ma in bilico sulla sottile linea rossa tra amicizia ed amore, aspettando di capire da che lato buttarmi, proprio ora sono costretta a fermarmi per un errore solo mio... come sempre, no!?
Nel mentre che aspetto, e prego che le mie serate si riempiano di nuovo, posso cercare di colmare le ore con altro... perchè questo vuoto reale è facilmente ovviabile, al contrario di quando ero convinta che la voragine che aveva provocato Tim fosse talmente profonda da non poterla chiudere. Il cervello... che mondo merDaviglioso.

giovedì 18 marzo 2010

Dichiarazioni d'amore...

Ciao a tutti e benritrovati,
oggi, guardando il calendario, mi sono più volte chiesta perchè il 18 di Marzo mi ricordasse qualcosa di importante... non ci ho messo molto a ricordarlo, visto che il 20 sarebbe stato il settimo anniversario col mio ex ragazzo: il 18, due giorni prima del mio fatidico sì, che mi avrebbe legata a lui per quasi 5 anni, ho ricevuto la "proposta" la "dichiarazione d'amore" che, a onor del vero, ormai non si porta quasi più. Peccato, perchè le dichiarazioni d'amore implicano un sentimento che è nato, sbocciato piano piano tra le pieghe di una conoscenza, di un'amicizia, qualcosa di prezioso che ci metti tempo a svelare. Niente, assolutamente niente a che vedere con i giochetti di Kiss & Tell a cui assisto sgomenta ogni giorno. E che sembrano regolare le vite di amiche e conoscenti, ma non la mia. Terrò scritto ragazza seria in fronte, ancora una volta. Anche se non sono più innamorata... e ora lo sapete anche voi. E mi voglio innamorare, di nuovo. Maaaa non andiamo off topic, in questo post si parla di dichiarazioni d'amore e quindi avanti tutta!!!
Vi farò una carrellata delle proposte di fidanzamento che ho ricevuto nella mia vita, quelle che mi ricordo, almeno... non so se ne ho avute altre che ho rimosso, ma se le ho rimosse vuol dire che non erano importanti!!!
La prima(da che ho il ciclo... prima ancora mi ricordo di aver detto di no ad un bimbo bellissimo che mi moriva dietro all'asilo LOL), e mi è sovvenuta alla mente solo oggi parlando con Giuseppe, l'ho avuta a circa 13 anni, era la mia festa di compleanno, avrei compiuto però i 13 qualche giorno dopo... avevo anticipato i festeggiamenti perchè i miei zii dovevano andare ad un matrimonio proprio il giorno del mio compleanno, e avevo fatto una festa a casa. Il soggetto che anelava il mio amore, tale Vincenzo, era un amico del mio adoratissimo compagno di banco, Ciro. Di lui mi ricordo il ciuffo di capelli lisci e castano chiaro portato in maniera che oggi chiameremmo Emo, i primi accenni di acne e il motorino ciao bianco scassato col quale usava venire a corteggiarmi insieme a Ciro. Ci eravamo conosciuti alla mia festa di compleanno l'anno prima, o forse ad una festa di carnevale che Ciro aveva dato l'anno prima, davvero non ricordo... ricordo solo che, il 3 dicembre del 1995, eravamo seduti sulla sponda del mio lettino, debitamente a distanza di sicurezza, chiusi dentro dagli amici che cercavano allo stesso tempo di origliare e di non farsi sentire, e che lui si è avvicinato dicendomi che era innamorato di me e che voleva stare con me... credo che avessi già detto a Ciro che non c'era storia, il suo amico non mi piaceva, ma gli uomini non capiscono mai!!! Non capiscono quando non desideri altro che un loro bacio, e non capiscono quando desideri che emigrino in Zambia piuttosto che stare con loro!!! Date loro un manuale per capire i segnali!!! Cmq... mentre mi diceva queste cose, osò mettere una mano sulla mia coscia destra, a malapena coperta da un collant marrone 20 den, visto che, per l'occasione, mia zia mi aveva costretta ad indossare un vestito di lana panna, marrone e blu che pungeva come niente al mondo...
Ho risposto all'invasione del mio spazio intimo, come si chiama in prossemica, come reagirei ancora adesso (ecco il perchè non vado in giro tocchicciando ed abbracciando e sbaciucchiando tutti: non voglio che lo si faccia a me!): presi una grossa pietra che avevo raccolto in Grecia 3 anni prima, e che usavo per spegnere la sveglia, il cui tasto aveva perso la molla, e gliela tirai sulla coscia!
Credo che il suo urlo si sentì in tutta la casa nonostante la musica, e i nostri amici accorsero in suo soccorso... Ma sapete cosa? Non mollò mica!!! Tanto perse le speranze quando io trovai un ragazzo... o meglio, quando io mi scocciai di stare dietro ad uno che non mi cagava proprio e mi misi col primo che mi capitò sotto mano... forse forse, col senno di poi, mi sarebbe convenuto Vincenzo: forse non mi avrebbe provocato il vomito al mio primo bacio!!!
Francesco, il tipo che mi ha fatto vomitare anche l'anima quando mi ha baciato la prima (ed unica, ovviamente) volta, non mi ricordo come mi chiese di stare insieme. Ma, visto che non ci siamo baciati se non tre giorni dopo, e l'ho lasciato dopo altri due, qualcosa deve avermi detto per convincermi. Più che altro, erano le mie amiche a premere perchè tutte avevano il ragazzo ed io no... il risultato è stato che dopo non ho baciato più nessuno per due anni, tanto del trauma... anche se, ad onor del vero, in quei due anni c'è stata una persona che avrei voluto baciare, una persona a cui avrei consacrato il mio cuore, la mia vita e tutto il mio amore. E che, come da copione, non mi ha voluto. E mi sono, anche quella volta, accontentata di quello che passava il convento, altro errore madornale nella mia vita!!! O___O
Ma, tra Francesco e la mia storia successiva, oltre al primo grandissimo vero amore non corrisposto della mia vita, c'è stata un'altra dichiarazione... la più plateale che abbia ricevuto, credo, visto che il ragazzo che me la fece, mio corteggiatore storico alle superiori, si inginocchiò nel bel mezzo della strada prendendomi la mano tra le sue e dicendomi che mi amava e che sarebbe stato con me tutta la vita, se solo avessi detto sì. Paolo, questo era il suo nome, che io consideravo un ottimo amico e che ha preso tutt'altra via poi nella sua vita, ebbe come risposta una sonora risata in faccia. E, ripensandoci, mi rendo conto di quanto io sia bastarda. Proprio come tutte le donne. Se gli uomini sono insicuri e diventano checche pur non essendolo nell'animo, credo proprio che sia colpa nostra.
Dopo di questa, venne direttamente quella di Giovanni. La prima andata a buon fine, a quanto pare. Non mi concedo facilmente, quindi che pretendo?
Ricordo che non me l'aspettavo per niente. Lui era totalmente invaghito di un'altra, o almeno io così credevo, e io fingevo di essere dispiaciuta per la mia storia finita con Fabio: in realtà, ero dispiaciuta dell'amicizia finita, con Fabio, e, se avessi potuto, sarei tornata indietro e non mi sarei mai messa a mischiare l'amicizia con l'ormone. Non fu una storia d'amore, la nostra. Per me era sperimentazione allo stato blando, per lui non lo so, ma so che era innamorato della mia migliore amica. E lei non l'ha mai voluto.
Tornando a Giovanni, quando mi scrisse su un bigliettino: ti devo parlare, devo dirti una cosa, credevo volesse dirmi di Anita, o che avessi fatto qualcosa che non gli andava a genio. Era troppo serio in quei giorni, magari era arrabbiato. Non voleva dirmelo di nessuna maniera, dopo, mi disse che me lo avrebbe detto dopo il compito di non mi ricordo quale materia... ah, giusto, per chi non lo sapesse, io e Giovanni eravamo in classe insieme alle superiori. A quell'epoca avevamo circa 16 anni, lui già compiuti e io da fare a dicembre. Lo tormentai, piena di ansia e curiosità, al punto tale che, quel 4 di novembre del 1998 (faccio paura con le date, lo so), mi disse, mentre percorrevamo il viale per uscire da scuola, ognuno col proprio zaino in spalla, io fissando lui e lui fissando i propri piedi che avanzavano, dopo un preambolo di cui non ricordo una parola, la frase che proprio non mi aspettavo, che suonò tipo così: "E' che io credo di starmi innamorando di te, ecco." Seguì una lunga disquisizione tra di noi su se dovessimo o meno metterci insieme... una volta, vedete, queste importanti decisioni si prendevano PRIMA di infilarsi lingue in gola, mani nelle mutande, e lasciare che i propri corpi si compenetrassero... quando arrivavi ad infilare lingue mani ed altro nell'altro, ed era un altro che amavi, e non una "pariatella", era perchè avevi intenzione di farlo per un lungo periodo di tempo... era perchè eri certo dei tuoi sentimenti nei confronti di quella persona. Di fatti, le due volte che ho avuto una storia iniziata senza una contrattazione iniziale, si sono rivelate essere puro ormone, o sesso, o come cavolo volete chiamarlo voi. L'amore è paziente e rispettoso, e ha quasi timore di esplodere nella fisicità che poi, naturalmente, comporta.
Chiamatemi bacchettona, se volete. Non me ne curerò di certo.
Fatto sta che per la dichiarazione successiva ho dovuto aspettare tanti anni. Anche se vale la pena dire che ho avuto una dichiarazione non detta da parte di un ragazzo che mi ha silenziosamente ammirato per anni, e al quale ho ripetutamente dato impliciti due di picche, anche se nessuno di noi si è mai realmente esposto con l'altro. Ma era evidente che lui mi volesse più bene che ad una semplice amica, era evidente la tensione tra di noi ed è stato sempre più evidente, nel corso degli anni, che lui abbia sempre avuto la sfortuna di capitare nella mia vita quando il mio cuore e il mio cervello non erano pronti per una storia d'amore come quella che lui avrebbe meritato, o erano impegnati a soffrire per qualcun altro, e lui non meritava di essere il tappabuchi di nessuno. Ringrazio ogni giorno questa persona per l'amore che mi ha dato in maniera incondizionata, perchè credo che sia per merito suo che poi sono riuscita ad amare Tim allo stesso modo: non impari mai niente senza avere davanti un esempio.
La dichiarazione successiva a Giovanni, e credo l'ultima che ho avuto, è stata quella di Francesco. Quella sì, me l'aspettavo. E non la volevo. Qualcosa dentro di me sapeva che non facevamo l'uno per l'altra, ma che ci volete fare? Quando ti innamori, credi di poter cambiare lo stato delle cose. Se l'era preparata, se l'era studiata, ne aveva parlato con tutti gli amici comuni e, d'altra parte, erano mesi che mi corteggiava, a modo suo. Quel suo modo goffo e impacciato di fare, che ha conservato in parte negli anni, ma che ha perso nella quasi totalità degli atti quotidiani nella sua trasformazione da ragazzo a uomo. Era il 18 Marzo 2003, quando, esasperato dalle strane attenzioni che Giorgio mi stava dando quel giorno (strane perchè Giorgio non ricambiava il mio interesse per lui, preferendomi la nostra collega Assunta... vorrei ancora adesso chiedere a Giorgio il perchè, visto che siamo stati cmq ottimi amici per tutto il tempo dell'università, poi), mi accompagnò a comprare una bottiglina d'acqua proprio per Giorgio e, sul ballatoio del primo piano dell'università, cercò di dirmi quello che provava per me, iniziando con "Io penso che tu ti sia accorta dei miei sentimenti nei tuoi confronti.." bloccandosi poi senza riuscire ad andare avanti. E, alla fine, non trovò niente di meglio da dire, o da fare, che prendere la mia mano ed appoggiarla sul suo petto, e dire, mentre gli arrossiva la punta delle orecchie:"Lo senti? Batte solo per te..." Ci credete che ho avuto il coraggio di tenerlo in sospeso per 48 ore, e che andai a parlargli con l'intenzione di dirgli che non era il caso che stessimo insieme, il giorno che poi ci siamo fidanzati? Sono proprio un'arpia, non c'è che dire!!!
Da allora, non ho + avuto dichiarazioni, nè proposte... non d'amore, almeno... di proposte di "accoppiamento" ne ho avute, inutile dire che le ho rifiutate tutte o quasi... ho avuto anche proposte più tranquille, come uscite e varie... ma l'amore, quello manca... il punto è che se mancano le affinità elettive, o l'attrazione immediata, per me sei out. E visto che io sono piuttosto difficile di gusti...
Vorrei a questo punto però, per par condicio, ricordare alcune delle MIE dichiarazioni d'amore... non ne ho fatte molte, sia beninteso, essendo io un'insicura di natura e temendo sempre il peggio, preferisco sempre non espormi... ma un paio me le ricordo, e quindi le riporterò.
La mia primissima è anche all'origine del mio odio per San Valentino, come molti di voi sapranno: Mia madre mi convinse a dare un bigliettino di San Valentino fatto da me, con un grosso cuore rosso disegnato al centro e la scritta, ovviamente in maiuscole, che erano le uniche lettere che conoscessi all'asilo (ed ero già avanti rispetto agli altri), "Vuoi essere il mio Valentino"... insieme alla letterina, diedi al bambino una barretta di kinder maxi. Mangiò la barretta e buttò via la letterina, senza nemmeno darmi un bacino o dire grazie. Credo che in quel momento ho capito che se corteggi un uomo ti tratterà come una pezza da piedi!!! Ciononostante, a 27 anni suonati non riesco a togliermi il vizio di avere attenzioni di qualsiasi tipo per l'oggetto del mio desiderio.
In terza media, mandai una lettera anonima ad un mio compagno di classe, dandogli però ovviamente tutti gli indizi per scoprire chi fossi... ricordo ancora l'imbarazzo totale quando i nostri compagni di classe mi sottoposero ad interrogatorio.... inutile dire che lui non mi ha mai cagata nemmeno di striscio...
Non ho mai dichiarato il mio amore al primo uomo che ho realmente amato, ci pensò il mio migliore amico a rompermi le uova nel paniere, e spesso penso che se si fosse stato zitto le cose sarebbero andate diversamente.
All'università, ho detto a Giorgio che mi piaceva nel bel mezzo di un litigio, gridandogli "Sei un cafone, e ho buttato 4 mesi della mia vita a stare appresso a te!!" mentre lui caracollava per le scale mandandomi a cagare.... credo sia stata la migliore in assoluto!!!
Non ho mai detto a Tim che lo amo, ops, amavo, e lo sapete. Non credo ce ne fosse bisogno... c'era scritto tra le righe di ogni singola cazzata che gli ho detto, c'era scritto nella mia devozione e nella mia costanza. Un giorno, sono ancora convinta che glielo dirò... Lo guarderò negli occhi, e gli dirò solo "Ti amo", in italiano, per giunta, come tutti gli oggetti delle mie email in questi due anni.
Per adesso... attendo la prossima dichiarazione d'amore... sperando di poterla accogliere nella mia vita con un sorriso, e di non doverla respingere invece con un calcio in culo.
E se vi state chiedendo se me l'aspetto da qualcuno, o se c'è qualcuno da cui vorrei averla... bè, la risposta è proprio SI'. Con l'accento sulla i.

martedì 2 marzo 2010

Inconcludenza.

Ciao a tutti e benritrovati
ho rimandato per giorni e giorni la scrittura sul blog, e non solo. Tra le cose che avevo da fare, e le cose che mi sono scocciata di fare, se n'è passato tutto il mese di febbraio... e l'unico aggettivo che come al solito mi viene in mente, ma anche l'unico sostantivo, diciamo che l'unico concetto che riesco ad elaborare in questo momento è l'inconcludenza.
E' così difficile che io riesca a finire quello che inizio? A quanto pare si, e quando non sono io direttamente, capita qualcosa che me l'impedisce. Chissà se riuscirò a morire, prima o poi, non vorrei essere un highlander, e non riuscire a finire di vegetare, visto che non vivo mica.
Se avessi scritto questo post ieri, sarebbe stata tutta un'altra storia. Sarei stata positiva, propositiva e iperattiva... sarei stata la Super Maggie che ha passato il colloquio alla Ryanair, e non quella che ha scoperto di non poter seguire il corso perchè non può fare nemmeno mezza giornata d'assenza, e dovrebbe laurearsi... non sarebbe quella che ha paura di perdere filippo e il panaro, perchè sono indietro con la tesi come al solito, non ho fatto un cazzo, come sempre, ho 48 ore di tempo e non so da dove iniziare. E sono sicura che slitterà la laurea, non farò il corso, e non cambierà niente.
Per 3 stupidi giorni ho visto la mia vita girare... e invece no... è sempre lo stesso... ed è solo colpa mia. Forse farei bene a fare come una persona di mia conoscenza, fingere di essermi laureata, fare altro e poi quando sarà, dare la tesi in segreto... Le aspettative altrui sono state la cosa peggiore in tutti questi anni di fuoricorso... e questa laurea di cui non mi frega un cazzo è un incubo da cui non riesco ad uscire, perchè temo un incubo peggiore dopo. E no, non tornerò dall'analista per superare il blocco.
Fino a stamane ero orgogliosa di me stessa, del fatto che per superare il colloquio erano state utili e necessarie tutte le cose che per mio zio sono sempre state inutili: studiare comunicazione, viaggiare, aver fatto l'animatrice per anni e perfino il negozio di mia cugina.
Oltre al mio inglese, ovvio.
Fino a stamane pensavo che tra due mesi avrei preso la valigia e sarei andata via... per 6 mesi, ma via. Via da qui, via dalla mia vita, pronta ad iniziarne una nuova. E invece no... il massimo che mi potrò permettere, se riesco a riprendermi in tempo, e se mi prendono, sn 3 mesi ad impazzire in un villaggio vacanze valtur.
che culo. e io che morivo dalla voglia di imparare a camminare nel fuoco.
Sono una stupida, in tutto. una stupida perchè per un mese non ho fatto un cazzo della tesi, perchè quando poi dovevo e volevo farlo sono usciti un milione di problemi burocratici e medici per mia mamma, quasi a validare la profezia autoavverantesi che tanto mi spaventa: finirai qualcosa, morirà qualcuno. Finirai un corso di studi, morirà qualcuno.
Una stupida perchè per non essermi laureata duemila anni fa ora non posso lavorare e andarmene... sono così tentata di fare la rinuncia agli studi, che voi non avete idea. E non importa se ho fatto 33 esami e mezza tesi... voglio finirla in qualche modo, non ne posso +.

martedì 9 febbraio 2010

The right Fabric - racconto a tema su un oggetto simbolico della mia vita

"Faaabric! Choose the right Faaabric!"
Chissà perchè, quella notte le era venuto in mente l'allegro ritornello di quella canzone, che nella sua vita aveva ascoltato solo due volte.
Svegliandosi, si accarezzò il polso destro, per accorgersi, per l'ennesima volta, che il braccialetto non era più lì.
Fabric... Si erano domandate a lungo di che tessuto, o meglio, di che materiale fosse quel laccio che la montagna umana color del cioccolato, vagamente rassomigliante a Mami di Rossella O'Hara, le aveva legato al polso una notte, sulla spiaggia, senza che lei le chiedesse nulla.
Mama Africa, così aveva detto di chiamarsi, le aveva fermate, lei e la sua migliore amica, mentre camminavano per i fatti loro osservando lo sciamare di bei ragazzi che si muoveva tutto attorno, e inizialmente aveva proposto loro di farsi fare delle treccine. Poi, mentre l'accompagnatrice di Mama Africa, molto meno imponente e carismatica di lei, continuava a propinare orpelli e pettinature stravaganti ad Anna, gli occhi della sedicente fattucchiera si erano puntati su di lei... doveva averle scrutato dentro perchè, in una commistione di inglese, francese e spagnolo, le aveva detto "Tu essere molto buona, io vedere tu avere bisogno di braccialetto di Amore", ed, afferrandole la mano, le aveva chiesto il suo nome.... Senza nemmeno rendersi conto di quello che stava succedendo, si era trovata legato al polso destro, con uno strano nodo, un laccio fatto apparentemente di capelli intrecciati, con due pietruzze sferiche di un intenso colore blu al centro. "Come si chiama tuo amore?" Eh... come si chiamava il suo amore? Non ricordava nemmeno di aver risposto, perchè si era girata a guardare cosa stesse succedendo alla sua amica, alla quale la parente di Mama Africa - aveva asserito di essere sua cognata o qualcosa del genere - aveva appena affibbiato un bracciale di un rosa fluorescente orribile, con tre palline su: due viola e una rosa al centro. Aveva appena fatto in tempo a pensare che Anna odiava il rosa, che Mama Africa aveva esclamato: "Timmo!" Timmo? E chi??? Oddio ma voleva dire Tim???
La santona non le aveva dato il tempo di controbattere, aveva iniziato a fare strani segni con le dita sul polso e sul bracciale, e a sussurrare cose in una lingua incomprensibile, facendosi anche il segno della croce. Girandosi ancora verso Anna, Giulia aveva potuto vedere che, diversamente da quanto stava succedendo a lei sul suo braccio, la sua amica stava ascoltando semplicemente una spiegazione del significato delle tre palline.
I giorni erano passati, la vacanza era finita e il bracciale era rimasto lì. Anna il suo l'aveva tolto, si slacciava di continuo e si era sfilacciato. Per giorni si erano domandate perchè quello di Giulia invece non si fosse mai slegato, nè rovinato. Inoltre, la consistenza era davvero diversa: aveva il colore, e la qualità, di quei capelli neri d'Africa, anche se, alla fine, avevano concordato trattaresi di un posticcio, per combattere la sensazione di schifo che provavano al pensiero che fossero realmente crine. Giulia non l'aveva confessato a nessuno, ma aveva poi scoperto che il laccio era realmente composto di materiale biologico, quando aveva tentato di bruciarne una punta che si stava rompendo.
Era rimasto lì, sul polso, per mesi e mesi, le due palline blu altro non erano che dei feticci che rappresentavano lei e Timmo, e, fintanto che li avesse tenuti insieme, si sarebbero amati. O avrebbero avuto una possibilità di amarsi? Non le era chiaro. Perchè che lei fosse stata innamorata era una realtà, ma non aveva mai saputo cosa lui provasse nei suoi confronti.
E poi, una sera, aveva sciolto il nodo, senza neanche accorgersene, seduta in un teatro la cui sala era grande quanto il soggiorno di casa sua, gli occhi di Timmo che la spiavano credendo di non essere visti. "Faaabric" cantava un altro, facendole l'occhiolino, ma lei sentiva solo lo sguardo di lui addosso, riusciva ad immaginare il guizzo arancione nell'iride, e il nero caffè della pupilla dilatata. mentre giocherellava con la treccina di capelli ormai privata di metà del suo potere, perchè ora era una retta, e non più un cerchio. Finchè le due sfere blu fossero state vicine, i loro cuori sarebbero stati vicini... Improvvisamente pensò che quel bracciale voleva darlo a lui, che prendesse lui la decisione.
Uscita dal teatro lo aveva aspettato per un tempo che le era sembrato infinito... quando finalmente era comparso dietro il vetro della porta, e poi era uscito, il bracciale era talmente rovinato che si stupì nel vederlo aprendo la mano. Quanto lo aveva strapazzato nell'attesa? Timmo era lì, che arrossiva se solo lo guardava. E trovare il coraggio di dargli in mano il proprio cuore non era stato possibile.
Aveva camminato per un po' senza voltarsi, prima di mostrare all'amica i resti del bracciale che teneva stretti nel guanto. Aveva fatto scorrere ciò che una volta era un laccio talmente forte da resistere a salsedine, docce calde, saponi, creme ed intemperie, e che ora era un piccolo ammasso di capelli, che diamine, ora parevano proprio capelli, attraverso il foro al centro delle sfere blu, che nel tempo avevano perso la loro brillantezza, ma non il loro colore intenso. Era stata ad osservarle a lungo, puntini scuri al centro del palmo felpato di giallo, per poi chinarsi e farle rotolare via, verso di lui.
"Voglio che restino qui, nel posto in cui ci siamo visti per la prima volta, e dove ci siamo visti oggi, che forse è l'ultima." Aveva proclamato. Poi, con l'accendino, aveva spezzato il braccialetto e lo aveva lanciato via, colpendo, senza volere, un senza tetto che dormiva nella soglia di un negozio, davanti alla vetrina, scatenando così le risate dell'amica che l'accompagnava.
Una fine tragicomica, senza dubbio, per il potente amuleto della Santona dal turbante fucsia.
Il bracciale fisicamente adesso non c'era più, ma continuava a sentirlo e vederlo sul braccio, soprattutto di notte.
Forse, distruggere gli oggetti non basta a toglierceli di dosso. Soprattutto quando sai che quello era il tessuto giusto, ma tu non puoi usarlo.

La ruota gira...

Buonanotte, e bentrovati.

Dovrei star scrivendo un racconto per domani, devo scriverlo da due settimane ma proprio non mi viene... quando mai io non faccio le cose all'ultimo momento, dovete dirmelo!

Non riesco a scrivere se prima non passo di qui, è sempre così... il secondo mese dell'anno è iniziato ormai da 9 giorni, e non ero ancora riuscita a raccogliere i pensieri per scrivere... sono stati giorni confusi, felici, tristi... giorni come tutti gli altri, eppure diversi.

Sono i giorni in cui l'anno scorso è cambiata la mia vita, e, forse, anche quest'anno è cambiato qualcosa... tra poco questo blog compirà 3 anni, mi sembra ieri che, 3 anni fa, chiudevo il mio blog precedente... e prima o poi chiuderò anche questo, lo so... lo esporterò in word e poi cliccherò un pulsante, uno solo, e anni e anni di parole saranno solo un ricordo nel cyberspazio. Si potesse fare così con molte cose nella vita, credo che il fardello che ognuno di noi di porta nella testa, e nel cuore, sarebbe molto, molto + leggero.

Non so bene di cosa parlare, stanotte... sono molto nervosa, domani ho un sacco di cose da fare, il tempo stringe e sono indietro su tutto, come sempre... a volte vorrei solo essere più responsabile, più affidabile di quello che sono. A volte vorrei essere totalmente diversa.

Domani vedrò Ilaria. Sono due mesi che non la vedo, credo, forse di più. Devo ammetterlo, preferirei non vederla. Mi ha delusa, in qualsiasi modo potesse deludermi, mi ha ferita, e mi ha anche danneggiata materialmente. Credo che peggio di così non si possa andare, e se domani la rivedo è solo nel tentativo di salvare il salvabile. Se davvero ci tiene ad essere mia amica, è meglio che inizi a dimostrarmelo da domani. E a faticare per riconquistare la mia fiducia e la mia amicizia, perchè in questo momento non le ha.

Sono nervosa, anche e sempre, per la tesi... mi perdo nei meandri dei miei pensieri e resto indietro col lavoro... sempre. Passo le giornate a pensare a cosa devo scrivere, per non scrivere, a programmare lo studio e poi mi perdo... mi aspetta un altro tour de force di 48 ore a partire da dopodomani... e speriamo di farcela!

Voglio disperatamente laurearmi, e disperatamente vorrei che la tesi si scrivesse da sola. Stanotte ho sognato che mia madre moriva... lo spettro della profezia di catastrofe sta iniziando ad affacciarsi nella mia mente, e spesso quando dormo ho attacchi di panico. Devo farcela. E fottere il mio cervello facendo tutto alla fine, costringendolo ad una sessione acuta di stress, è l'unico modo che conosco per non farmi venire gli attacchi: loro, infatti, vengono in situazioni di relax. Temo per il mio weekend da Anny, per questo ho intenzione di studiare anche lì. Voglio sperare di avere salvo il giorno di San Valentino, quando, anche se sarò tra i carri di Carnevale, avrò voglia di piangere un po', e credo immaginiate il perchè. Anche se fa meno male, ora. Ora che ho deciso di chiudere con lui, ora che nella mia vita, forse e finalmente, sto lasciando entrare qualcun altro.

Magari non ne caverò niente manco stavolta, ma avevo semplicemente bisogno di dirigere i miei pensieri verso qualcuno... qualcuno che potenzialmente potrebbe ricambiare. Non importa che poi lo faccia, non per adesso.

Lo scorso fine settimana avevo scritto una lunga mail a Tim, credo che dopo, o tra qualche giorno, la pubblicherò. Era una lettera d'addio, che alle fine ho deciso di non inviargli, non so bene perchè... un po' perchè il solo pensiero che potesse sortire l'effetto opposto a quello richiesto mi ha fatta desistere, un po' come sempre la paura di apparire stupida.

Ho avuto il terrore che mi rispondesse, mosso da qualche sentimento di pietà o senso di colpa, che io avrei interpretato come altro. E mi avrebbe convinta a continuare in questa mia folle ricerca di lui, di bricioline, di segni. Da mesi, so che alla fine non posso averlo come amico, finchè non me lo scordo. Per scordarlo c'è bisogno di 3 cose: buttarlo fuori dalla mia vita, trovare qualcuno a cui pensare a tempo pieno, smettere mano mano di pensare a lui.

Sono allo step numero uno. Ho deciso di smettere di scrivergli del tutto, ho reso la mia bacheca su Fb visibile solo agli amici, cerco di evitare di controllare le sue pagine + di una volta al giorno, e mai + di due siti al giorno. Così, se un giorno controllo il suo fb e il sito ufficiale, non posso controllare lo space e youtube. Sembra da matti, lo so. Infatti, sono in rehab. Ho smesso anche di domandarmi perchè la sua amica non mi contatti + su fb e msn, anche se mi dispiace perchè mi era davvero simpatica. Vorrei trovare il coraggio di bloccarlo... ma mi rendo conto che sarò completamente guarita solo quando lo avrò lì e riuscirò ad ignorarlo.

Non mi sono cancellata dalle fanpage e varie perchè mi sembrava stupido. Non è il suo lavoro che voglio dimenticare, ed in ogni caso ormai pare abbia deciso di unificare le sue comunicazioni attorno al sito ufficiale. Allo stesso tempo, però, contraddittoriamente, lo tengo come sfondo del desktop, ho dato il suo nome ad una stella, finalmente, e ogni volta che visito il suo profilo mi viene da cliccare su aggiungi agli amici.... ognuna di queste cose ha una motivazione: la foto sul desktop è perchè lo trovo bello, nonostante tutto, e mi fa sorridere incrociare i suoi occhi appena sveglia e prima di andare a dormire; la stella, era un anno e mezzo che lo volevo fare: è come un ricordo, per dimostrargli che per me è importante e per ricordare a me che lui è irragiungibile, come le stelle. E poi, dovevo fare qualcosa per ricambiare i clichè ;P ; Voglio aggiungerlo perchè, nonostante tutto, non mi è passata la voglia di conoscerlo, di sapere di lui. Credo non mi passerà mai.

Ma il tempo passa, la vita va avanti... e non posso certo restare indietro.

E avevo scritto per altre due ore ma il blog non ha salvato e non mi ha pubblicato il post ahahahaha quindi ora che sono le tre e mezza mando a fanculo sto blogger di merda e vado a scrivere il racconto che è meglio!

venerdì 29 gennaio 2010

Scrittura e simbologia

Bisogna scrivere un po' tutti i giorni, un po' tutti i giorni... ma cosa fai quando hai un'idea che ti ronza in testa e non riesci a metterla nero su bianco? Ti prende il cervello, te lo prende serio, ma non trovi le parole. Nel mio caso, non trovi un titolo... perchè solo quando ho elaborato tutto, e trovo un titolo, mi viene l'incipit. Studiare tecnica mi sta facendo male, so che mi porrò un milione di domande che fino a un mese fa non mi facevo. Ma devo scrivere, prima che questi personaggi si perdano nella mia memoria.
Se li ho ideati, devo dare loro vita... non posso continuare ad archiviarli in cartelle con su i nomi che avevo trovato per i romanzi, i loro nomi e un soggetto abbozzato. Se ho imparato una cosa nel 2009, è che le cose che inizi vanno finite.
Così i miei nuovi protagonisti non devono arenarsi a metà tra Ibiza e Milano come Patrick e Marica, non devono restare nella hall di un hotel come Owen e la sua stalker scrittrice, non devono restare chiusi nel ricordo di Giacomo come Angela, Antonio, Saverio e Pietro, nè in attesa di posta davanti a due pc come Monica e Thomas... peggio che mai, non devono restare senza nome come i personaggi del romanzo di cui ho ideato solo la trama e il titolo, e di cui esiste solo la cartella vuota.
Devono compiere il loro viaggio attraverso le parole e le pagine, come ho fatto fare a loro tempo a Mark, Mary, Rob e Mel, in un andirivieni durato 15 anni sia per me che per loro, oppure venire fuori in 2 mesi scarsi, dopo mesi di gestazione(e sofferenza, e documentazione), ed andare dritti dritti verso la fine come Andrea, Luca e compagnia bella. Ogni storia non terminata è qualcosa rimasto in sospeso nella mia vita, visto che i miei racconti non sono altro che simulacri della mia vita e di quello che accade in essa. Vorrei solo avere meno preoccupazioni e più tempo da dedicare a questi piccoli me che vagano in mondi inventati apposta per loro, con vite di cui io, ed io sola, posso muovere i fili. Eppure non è così facile come sembra perchè a volte, quando meno te l'aspetti, il personaggio ti sfugge di mano e fa quello che gli pare. Cresce, esattamente come capita a noi... ho perso Mark + volte in Tutto Cambia, ed alla fine è venuto fuori talmente bene che l'ho lasciato così.
E devo anche scrivere i racconti per il corso. La settimana prossima non ci sarà lezione perchè siamo senza sede, ma per il 9 febbraio (giorno in cui ho virtualmente appuntamento col prof, accidenti) devo scrivere un racconto che abbia come argomento un oggettoche ha avuto valore simbolico nella mia vita... Credetemi, mi viene in mente tutto e niente. Che si intende per simbolico, esattamente? E' simbolica la foto di Mark, la prima, che tengo gelosamente custodita? E' simbolico l'anello che porto al pollice destro da ormai 12 anni? E' simbolico il Tao che tengo appeso al muro, il mio primo maialino che tengo in vetrina, il biglietto A11 della prima volta che ho visto Tim, il biglietto del mio primo concerto dei TT? Il portafortuna che avevo da ragazzina e che mi hanno fatto sparire i miei compagni di classe, il quadro col big ben che tengo sul comodino, il poppy che non ho + tolto dal cappotto, lo spillino del club, il cappello di Mark, il bracciale di Mama Africa che ho voluto lasciare vicino a Tim ,e quindi l'ho distrutto e ho fatto rotolare i due feticci verso di lui, lasciandoli correre attraverso Strand, per liberare me stessa e lui da quel filo a cui ci aveva attaccati una macumba, ma, allo stesso tempo, sperando che lasciandoli a Londra ci avrebbero ricongiunto lì, nel mezzo di Trafalgar dove sono arrivati rotolando tra le ruote dei taxi?
Il mio cd dei Take That che ho regalato ad Eliana per salvarla dalla depressione? Le bozze cartacee di tutto cambia? I guanti di pizzo nero che non userò mai? L'ultima bambola che mi ha regalato mio padre? Lo spillino del suororsola che tanto anelo?
Potrei andare avanti per ore, senza trovare un qualcosa su cui valga la pena scrivere un racconto, per questa mia strana propensione a non dare peso agli oggetti, anche se vi sono affezionata. Un oggetto è un oggetto, e quello che conta è il ricordo, quello che conta sono i sentimenti e le persone. Tutti gli oggetti che ho elencato mi ricordano qualcosa o qualcuno, ma non hanno valore simbolico per quel qualcosa o qualcuno. E solo adesso, mi rendo conto che non vorrei fosse così, perchè un tempo non lo era. Un tempo riversavo sugli oggetti un milione di significati, che ora invece ho tutti qui nel cervello.
Tanto che nemmeno + l'albero di natale ha senso, per me.
E quindi domani dovrò pensare alla tesi, ai racconti per il corso e all'idea di romanzo che ho in testa... e vorrei tanto avere un oggetto per cui piangere.

mercoledì 27 gennaio 2010

Happy B-day Marky!!! ^_^

Ho interrotto un attimo le mie elucubrazioni mentali sui problemi di coscienza per gioire del compleanno del mio unico e vero amore: Mark!!!
Quest'anno sono 38 e il mio cucciolone li sta festeggiando a Los Angeles insieme ai suoi amici di sempre... anche questa volta, come per i 16 anni precedenti, non posso fargli gli auguri direttamente, ma dedicargli un post qui su, quello si che posso!
Bene... devo dire che nell'ultimo anno ho pensato molto poco al mio Marky... nonostante lui sia uno dei pochi punti fermi della mia vita, un certo antipaticone ha preso molte delle mie energie che nei due anni precedenti avevo dedicato esclusivamente a Mark. Ma, lo sappiamo entrambi: ci riavviciniamo e ci respingiamo, a seconda di come vanno le nostre vite, a seconda di quanto io ho bisogno di lui. So che un giorno dovrò pagare il conto di queste ancore di salvezza che mi ha gettato, lo so benissimo e non vedo l'ora, se questo significherà restare per un po' vicina a lui, anche se avremo lui 80 anni e io 70. Se c'è una cosa di cui non mi stancherei mai, è amare Mark, anzi, è sempre troppo poco rispetto a quello che lui ha fatto per me.
Negli anni, prima di incontrarci fisicamente, e poi da quando le nostre vite si sono incrociate nel 2007, Mark è stato per me fonte di gioia, naturale ricarica di energia e sfogo di qualsiasi tristezza o pungolo nero si infilasse nel mio cervello. Camomilla se sono nervosa, acutil per la concentrazione, ispirazione per i miei scritti e distrazione per dissipare la confusione nel mio cervello. Il mio tutto. E il mio niente.
Ho più volte ribadito che immaginare la mia vita senza Mark mi sarebbe impossibile, che per raccontare di me devo per forza di cose fare riferimento a lui, che essere una sua fan ha influenzato in maniera tale il mio essere che non saprei dire esattamente cosa, come e dove sarei senza di lui, adesso.
When the daylight wakes me in some place I don't wanna be, he's my gravity, detto a parole sue.
Per anni è stata la suoneria del mio cellulare... adesso rimpiazzata dal più efficace acuto di Tim. Ma non è detto che non cambi di nuovo!
Anche nel 2009, mentre pensavo a qualcun altro, Mark c'era. C'entra sempre, non c'è niente da fare. E' colpa sua, banalmente, se sono andata a vedere quel cavolo di musical a Londra. E, manco a farlo apposta, Tim era il suo fake... All'inizio di tutta questa storia, Mark era lì... quando ho aperto il myspace, ha accettato la mia amicizia prima ancora dell'altro, l'ho incontrato a Roma, e quel giorno ho capito realmente cosa provavo per quell'altro scemo, perchè con Mark davanti che, come usa sempre fare con me, si inchinava per congedarsi, io mi emozionavo, sì, ma non desideravo altro che tornare in hotel, anzi, a casa, accendere il pc, e caricare le foto della mia avventura sullo space, per mostrare a Tim cosa ero in grado di fare. Parlo con Mark Owen, io, che ne vuoi sapere tu? Sono l'orgogliosissima presidente di un fanclub speciale, nel caso ti sentissi migliore di me... anzi no, volevo solo mostrargli la mia parte migliore, senza nessuna sensazione di competizione. Quella è venuta dopo. Ma Mark era lì, ancora una volta, per noi, ma per me in particolare, mentre mi infilavano un paletto dell'aeroporto nelle costole e lui mi salutava... e che importa se come al solito ho parlato più con Jason che con lui... accidenti allo zio J, ma perchè mi scassa sempre? ahahahha Ho appeso Howard per correre da Mark, sapendo che non me l'avrebbero lasciato, ma che importava... volevo solo un segno, e lui non me l'ha fatto mancare. E poi, dopo aver urlato in faccia a Gaz "che cazzo, fateli passare!", credo che volevo solo seppellirmi. LOL
Mark c'era anche dopo la grave scoperta, dopo la disperazione, dopo la follia. Mark era lì, su un balcone in piazza Duomo. Io che grido, chissà per quale motivo, proprio quando stanno tutti zitti. Si vede anche nella ripresa di TRL, che lui si gira di scatto. Mi ha sentito. Le altre si erano sgolate a pazzi, ma lui ha sentito me. Perchè, più che con la voce, lo stavo chiamando da ore col pensiero: sono qui, sono qui, e ho bisogno di te. Guardami solo un secondo, ed io sarò salvata. Detto, fatto. Mentre gente da ogni dove mi mandava sms per dirmi: sei in Tv, sei in Tv, a me importava solo che lui sapesse che io c'ero, anche stavolta, lì per lui. Perchè forse immaginavo già che non avrei portato io a termine la missione, come è stato. Il mio tempo è passato, è passato dopo due anni in giro per l'Europa a lavorare per l'immagine del Club. Ora che siamo riconoscibili e fidate, posso stare dietro le quinte e ritagliarmi i momenti di gloria senza stressarmi, come a Manchester.
Stare lì e sentirmi osservata, voltarmi e vedere lui nel van, che mi saluta con la mano al mio più piccolo cenno di saluto, come se stesse salutando una vecchia amica che non vede da tempo. Ti amo, Mark, ti amo per questo, per la tua capacità di farmi sentire parte della tua vita anche se non lo sono mai veramente stata, anche solo con un saluto, tanto che le inglesi che mi erano attorno, tra cui le fanatiche di Tim, mi hanno presa in antipatia e una di loro ha iniziato a gridare: ommioddio Mark ti sta salutando, e ha continuato per 10 min buoni in cui io e te ce la siamo risa di gusto. Insieme. E questo mi ha dato la forza di dare il primo calcio nel culo a Tim, chiudendo lo space.
Ma il post svenevole lo rimandiamo a dopo... ho ancora l'altro discorso da finire e non voglio dilungarmi troppo! dopo la nanna, ti dedicherò ancora un po' di tempo, Marketiello, perchè te lo meriti. E questo è il tuo giorno.
Per adesso, voglio solo dirti ancora Buon Compleanno. Spero che il 2010 sia un anno bellissimo per te e per tutti i tuoi cari, e spero di rivederti presto, perchè ho ancora qui un regalo per te, che l'anno scorso non ti ho voluto dare perchè non avevo la testa di prepararlo, ma ora ce l'avrò, te lo prometto. Spero solo di riuscire a darti gli auguri di compleanno dal vivo, prima o poi.

martedì 26 gennaio 2010

E... se il sogno nasconde un incubo?

Buonasera a tutti, o miei lettori,

niente di buono è venuto fuori dalle mie elucubrazioni mentali, se non giusto il pensiero che vorrei che questo inverno finisse prima del tempo perchè il mio amore ha sempre freddo, e in questa stagione non sta bene.

Niente di che, visto che sto ancora scontando il malumore per tutto quello che si è creato attorno ai miei posts precedenti.

Stasera, quindi, mi dedicherò ad una disquisizione su un mio interrogativo personale, sperando di riuscire così a risolvere un dilemma in cui mi sto dibattendo da alcuni giorni, ma che stasera è diventato reale per la prima volta.

Sto aiutando un'amica... sto aiutando un'amica a portare avanti un sogno... sto aiutando un'amica a portare avanti un sogno impossibile, che è lo stesso mio con Tim. E non so se sto facendo bene.

Quando, qualche settimana fa, a inizio anno credo, mi ha chiesto, per la prima volta "Maggie.. ma secondo te si può essere attratte da qualcuno che non si conosce di persona?" non credevo che mi avrebbe confidato quello che poi è venuto fuori.

Pensavo che se ne sarebbe uscita con una banalità del tipo"ho una fissa per il tale attore/cantante/vip". Mai avrei immaginato una situazione talmente speculare alla mia per il 70% degli aspetti: Bello e Impossibile (e sapete cosa intendo per impossibile, vero?), residente all'estero, impiegato nello show business, contatti via mail. Olè. All'inizio le ho detto che era matta da legare, che si stava immergendo da sola nelle acque della sofferenza, che lei lo sapeva, l'ha sempre saputo che lui era di un altro pianeta, in tutti i sensi, che... che... Si, lo so, lo so: anche io so da un anno che Tim è su un altro pianeta... e giustificarmi ancora con il fatto che quando mi sono presa la sbandatissima e mi sono innamorata non lo sapevo, non serve poi a molto. Predicare bene e razzolare male è il mio hobby. Ma, davvero, se l'avessi saputo dall'inizio avrei fatto di tutto per evitare di cascarci, ed inoltre lei non l'ha mai incontrato, mai scambiata una parola dal vivo. Sinceramente, ancora non mi è chiaro come si conoscano...

Ma non è questo il punto... ad ogni mia obiezione, lei rispondeva che per lei non cambiava nulla. E qui sono costretta mio malgrado a svelare che la mia amica in questione è una delle tante ragazze meno fortunate di me che conosco. Diversamente abili, così definiscono ora chi abbia difficoltà fisiche, psichiche o mentali. Lei ha una di queste difficoltà, non dirò quale per ripetto della privacy. E perchè non voglio che qualcuno di voi che magari la conosce, capisca, perchè lei si sente abbastanza stupida a fare tutto ciò.

Bene, per lei non cambia niente, sostiene. Ho cercato di farle capire che le avrebbe fatto male lo stesso, ma credo che per lei sia confortante amare qualcuno che è impossibile che la ricambi, piuttosto che innamorarsi di qualcuno che potenzialmente potrebbe ricambiarla. Che strano, perchè è una cosa che spesso hanno voluto appiccicare addosso a me, dicendomi che preferivo vivere qualcosa di irreale invece che trovarmi un ragazzo vero. A dire tutta la verità, a me Tim mi è capitato tra capo e collo in un momento in cui non volevo nessuno proprio, e me lo sarei evitato volentieri, quindi non vedo perchè la gente debba dire tali insulsità su di me.

Tornando alla mia amica, per lei che è insicura e pensa di non poter piacere a nessuno, amare un omosessuale è una certezza: non è che non la vuole perchè non vuole lei per i problemi che ha, ma non vuole lei perchè è una lei, appunto. Non credo che abbia mai accarezzato il pensiero di cambiare sesso per lui, come invece è capitato a me. Qui sta la differenza grandiosa tra lei e me: lei si sta invaghendo apposta di qualcuno che non può volerla, per tutta una serie di motivi facilmente intuibili nella sua condizione, io quando ho scoperto questa triste verità dalla disperazione ho pensato di snaturare me stessa pur di cambiare lo stato delle cose. Per me, il fatto che Tim non mi potesse volere è stato tragico, avrei preferito che mi dicesse: non mi piaci perchè c'hai la panza e mi piacciono more alte e con gli occhi viola, piuttosto che questa situazione. Assurda, viste le peculiarità del nostro non rapporto, ma non divaghiamo.

Ci ho pensato e riflettuto per giorni a cosa era giusto fare... Temporeggiavo, dicendole un po' di lasciar perdere e un po' incoraggiandola a sentirlo...alla fine lei mi ha preso alla sprovvista e mi ha avvisato, a fatto avvenuto, che gli aveva scritto di nuovo. Ho pregato che lui non rispondesse... ma ha risposto. E mi pare di rivedere me un anno fa, felice come una scolaretta col suo bel voto. Ah, l'amore, croce e delizia dei giorni nostri.
Lei mi chiede consiglio, io non so che fare, mi chiede na mano con una lingua che non è la nostra, e cerco di dargliela, anche se in cuor mio lo so, io lo so che si scotterà comunque, perchè, se tutto dovesse andare per il verso giusto, lui sempre gay rimane, e lei, per quanto possa dire il contrario, un barlume di stupida ed insensata speranza di successo, in questa storia, ce lo deve aver messo, perchè non puoi invaghirti (non posso, io non posso usare la parola amore, e il verbo innamorarsi, per due persone che non si sono mai incrociate, e che non hanno mai respirato l'una il feromone dell'altro, scusate ma NON POSSO) di qualcuno senza sperare minimamente in cuor tuo di averlo, in qualche modo, un giorno. Ma, e c'è un ma, io temo il peggio. Temo quello che è successo a me, temo che lui la allontani nel momento in cui avverta, tra le righe che vagano da un pc all'altro, qualcosa di più della stima professionale e di facciamo amicizia, please. Perchè non c'è giorno, ora, minuto, secondo, in cui non mi domandi se sia stato proprio il mio rapportarmi in maniera diversa dalle altre con Tim la motivazione della mia cacciata dall'Eden. Che pena, non mi ha manco dato il tempo di mangiare il frutto proibito, e a nulla servono per consolarmi un paio di canzoni e un po' di imbarazzo.
Temo quello più che l'amore silenzioso e sofferente, perchè so quale delle due cose mi ha ferita di più. Non è stato scoprire che è gay, a ferirmi, anche se, dati i miei precedenti di quando ero ragazzina, legati alla morte di mio padre, è stato un grosso trauma, come un deja vu psicologico di cui ho incolpato me stessa e il mio essere femmina. A tutto questo, per grazia di Dio, la mia amica non va incontro: lei sa perfettamente chi ha davanti, ed è proprio per quello che se l'è scelto. Il 90% di lei si sente rassicurata dal fatto che lui non può volerla, non la vorrebbe nemmeno se fosse una Claudia Shiffer de no'altri, come direbbe Anny, e questo la fa sentire meno "diversa", paradossalmente. L'oggetto del suo desiderio non vuole lei, nè me, nè qualsiasi cosa sulla terra non sia pisellomunita. Auguri.
Ho sofferto perchè non poteva volermi, il mio Timmo, ma solo perchè non lo sapevo già e mi ero costruita un piano d'azione basato sulla possibilità dei fatti. Quando ho scoperto che non si poteva, ho invertito la rotta, un'inversione ad U di cui ho cercato di fare partecipe anche lui, senza riuscirci, evidentemente. Mi sono detta che lo avrei amato in silenzio finchè non mi passava, ma, visto che tutto questo stupido film grottesco era iniziato perchè volevo conoscerlo ed essere sua amica, avrei continuato ad agire per questo. Cosa che, detto sinceramente, riuscirei a fare solo ora. Essergli amica, intendo. Ora che lui si è messo con uno e ha preso una direzione chiara, ora che la punta di dolore che mi aveva inflitto è diventata una punta di spillo, ora sì che potremmo parlare più o meno serenamente, se riuscissi a non perdermi nei suoi occhi. Allora mi illudevo solo di potercela fare, lui ha intuito, capito, spiato, e tracchete! Ha fatto quello che avrei fatto anch'io al suo posto con più garbo(io non avrei iniziato un silenzio semi ostile, avrei tamponato per qualche mese e poi avrei fatto andare tutto nella scordanza, come si dice da noi).
Bene, il silenzio è quello che temo per la mia amica. Che lui smetta di scriverle, nel momento in cui capisce qualcosa, e, non sapendo delle condizioni, delle premesse da cui parte lei, decida di estrometterla dalla sua vita, allontanarla, magari anche in malomodo se non è sensibile ed educato quanto il mio educatissimo e pulitissimo Signore.
Non credo che lei lo sopporterebbe, perchè per me, che ho esperienza della vita e delle molteplici sfaccettature umane, è stato terribile. Lei, che ha vissuto, non volendo, in una campana di vetro impostale dalla famiglia e dalla società in genere, che di amore, rapporti umani e tanto altro, sa solo quello che ha letto nei libri, visto nei film e vissuto in maniera indiretta attraverso i racconti di amici, come potrebbe reagire? Io ho rasentato l'insanità mentale davanti ad un pc. Non voglio essere complice di tale triste risoluzione.
Eppure... eppure mi sembra una cattiveria farla smettere di sognare... anche se so che potrebbe andare tutto male, che i presupposti sono quelli della sofferenza, che stiamo seminando delle piante potenzialmente già marce. Anche se so che è solo un'illusione nella sua mente, questo "amore" che non voglio definire tale, pari a quando le mie amichette e io amavamo il poster di Mark senza manco sapere che odore avesse da lontano.
Non posso impedirle di vivere anche questo. Tutti noi abbiamo bisogno di amare, in qualche modo, di riversare quello che abbiamo di buono dentro su qualcuno. E, lo odio, ma abbiamo anche bisogno di stare male, perchè altrimenti non apprezziamo i momenti di gioia.
E così, continuerò ad aiutare la mia amica a scavarsi la fossa con le sue mani, sperando che non ci si debba buttare dentro prima del tempo. Prima di aver trovato, attraverso questa relazione fittizia, la forza di viverne, magari, una vera ed intensa. Come, ormai, devo fare anche io.

Riflessioni a go go

buon pomeriggio a tutti o miei lettori, che, in questi due giorni, ho capito essere tanti, forse troppi. D'altronde, qualcuno mi dirà, se scrivi un blog è perchè vuoi dire i fatti tuoi al mondo... la realtà è che, a parte questo, vorrei far riflettere le persone, non farle intrigare nei cazzi miei in modo che poi mi contattino di continuo per chiedermi conferma o meno di quello che hanno capito e non capito, o prendermi questioni perchè qualcuno di voi crede di sapere meglio di me stessa cosa sento e cosa provo nei confronti di altre persone.
Il 70% di voi è andato incontro a quella che Umberto Eco chiamerebbe DECODIFICA ABERRANTE, leggendo il mio post precedente. Una mia amica mi ha detto che forse è perchè siete tutti degli inguaribili romantici, ma io preferisco abbracciare la tesi di Giuseppe, ovvero: alla gente riesce difficile immaginare sentimenti profondi oltre all'amore, diciamo così, di coppia, e quello genitore figlio, e quindi per semplificare le cose, categorizza solo in quel senso. A sto punto, io non dovrei amare nessuno dei miei amici, od amarli tutti allo stesso modo, possibilmente quanto + superficialmente è possibile!
Non riesco ad immaginare una cosa più sterile di questa... cmq, per essere chiara, mi spiace deludervi ma non sono mai stata, nè sono, nè sarò mai, innamorata del mio amico.
E con questo, spero di avere chiuso il discorso una volta per tutte!!!
La cosa + assurda è stata che a muovermi queste perplessità sono state anche persone che conosco da tempo... ed altre che leggono questo blog dagli albori... giusto per farmi capire quanto poco si possa sapere di una persona anche se la frequenti e la "leggi" sempre!
Mah... ora per consolarmi mi ascolto Tim che mi canta I'm a winner at a looosinnggg gaaaameeee giusto per deprimermi un po' oggi che è il suo onomastico, c'è un bel sole ma io non ho voglia di fare nulla!!
Penso a lui da stamane quando mi sono alzata, anzi no, da stanotte quando sono andata a dormire e cancellando il giorno 25 sul calendario, ho visto che oggi erano i Santi Tito e Timoteo. Un anno fa, stavamo come due idioti giocando con dei video tra myspace e youtube... lo ricordo oggi, anche se è domani in realtà, ma domani è il compleanno di Mark ed ho già fatto nel 2009 l'errore di non dedicargli la giornata interamente.
La mia caccia al tesoro del video, una specie di cluedo a cui mi ha sottoposto senza volere, scemo com'è. Quante scimità abbiamo fatto l'anno scorso di questi tempi... e non voglio pensare a quelle che potremmo fare ancora adesso, perchè tanto ormai l'ora è fuggita e io muoio disperata. Lui, invece, muore congelato a meno 6 gradi in quel di Gent. Nonostante tutto, ci vado meglio io. E, ancora, sono orgogliosa di lui. E spero che davvero non stia patendo troppo il freddo...
Oggi mi scoccio di andare al corso, e mi sa che non andrò.. ho dormito poco e mi sento stanca... l'idea di prendere due metropolitane e prendere il freddo stasera non mi alletta affatto... inoltre, non ho scritto i racconti per oggi, nonostante avessi delle idee buone. Mah... qualcosa mi dice che ora mi butterò sul letto e dormirò... non prima di aver buttato giù qualche parola per il mio amore su fogli volanti... se dovesse venire fuori qualcosa di buono, ve lo posterò, prometto.

domenica 24 gennaio 2010

Un abbraccio lungo una vita

Non so che musica mettere stasera, per accompagnare questo post. Sto vagando di genere in genere da ore, senza trovare la melodia giusta. Forse semplicemente stasera, stanotte, non c'è.
Non esiste una melodia unica che possa accompagnare 18 anni della mia vita, perchè lo scorrere del tempo ha una miscellanea di suoni come risultante, e cercare di riprodurla tutta insieme in un'unica sequenza di note darebbe un qualcosa di più simile ad un'orchestra nel momento prima dell'esecuzione, mentre si accordano gli strumenti, piuttosto che ad una sinfonia eseguita magistralmente.
La mia vita...
Oggi la mia vita è stato come ritrovarmela davanti, quando, salendo le scale, in cima ci ho visto te. Strano, perchè anche l'ultima volta che ci eravamo visti, 4 o 5 anni fa, eri in cima a quelle stesse scale.
Allora, non sapevo che ti avrei trovato. Oggi lo sapevo da circa 15 min, che ho passato a guardarmi nello specchio e mandare sos alla mia amica Fiore, che è molto + grande di me e quindi credo sempre possa consigliarmi. No, non ero preoccupata di risultare brutta o di non piacerti. Solo di risultare diversa in peggio, dopo tutto questo tempo. Perchè, su fb, nelle foto, sono sempre truccata e preparata... e non è lo stesso che vedermi mentre ho l'influenza e sono 3 giorni che entro ed esco dal bagno, con gli occhiali, un super brufolo e senza nemmeno la matita negli occhi. Che, se me la fossi messa, avresti pensato che era apposta per te. E non volevo. Ho cercato, mentre salivo le scale, di non pensare che sarebbe andato tutto male. Non abbiamo bisogno di profezie autoavverantesi, non qui. Arrivata all'ultima rampa, ti ho visto lì, seduto su una sedia, perfettamente a tuo agio, assorto a seguire la partita. Non mi fraintendere, ora, ma ho pensato che eri bellissimo. E mi fa strano pensarlo ogni volta, ma è proprio quella sensazione di bellezza che attiva il meccanismo di riconoscimento. Sei un uomo, ormai, ma sei lo stesso bambino che inseguivo da bambina girando intorno al tavolo. Che non lo sapevo, ma ti trovavo bellissimo anche quando ti mancava qualche dente, e anche quando eri nell'età in cui tutti noi siamo brutti, con i dentoni sformati, i capelli osceni e non si capisce bene dove cazzo andremo a finire nel cammino della vita. Ho una tua foto datata credo 1996, un capodanno, come al solito. La nostra avventura di amici si è svolta attorno alle feste comandate di famiglie allargate, perchè, non volendo, quelli che allora erano i grandi, e ora chiamiamo affettuosamente vecchi, ci hanno messo l'uno nella vita dell'altra, senza chiederci il permesso. Dopotutto, almeno per quanto mi riguarda, mi hanno fatto un favore.
Ho pochi ricordi netti degli anni in cui ci vedevamo spesso, d'altronde erano gli anni della mia preadolescenza e successiva crisi da teenager. Mi ricordo perfettamente il nostro primo incontro, quello si, tua madre che ti spinge verso di me dicendomi di non farti mangiare le monete di cioccolato e di badare a te. Dopo di allora, me l'ha detto tante altre volte, per anni. Ma non ho mai avuto bisogno di rimproverarti, o dirti di non fare qualcosa. Anche se mi sarebbe piaciuto farlo, data la mia natura di despota dittatrice, che da piccola era molto più sviluppata. Sei sempre stato un bimbo responsabile, ma allora non lo sapevo. Me ne accorgo ora ripensando a quegli anni, anni di cui, nonostante tutto, ho un bel ricordo. Mio cugino mi ha da poco confessato che era geloso del rapporto che c'era tra me e te, perchè avrebbe voluto che tu passassi del tempo con lui. In effetti, non mi ero mai veramente resa conto del rapporto esclusivo che vivevamo, anche quando giocavamo con tutti gli altri. Un po' perchè eravamo i + grandi, un po' perchè, per le nostre situazioni peculiari, come direbbe la Trovato, eravamo dei piccoli già grandi, e ci eravamo scelti. E più crescevamo, più ci isolavamo dagli altri, a raccontarci chissà quali segreti di cui non ho memoria. Parlo sempre molto, è vero, e tu mi stavi ad ascoltare. Ce ne stavamo ore ed ore chiusi nella mia stanza, mentre gli altri facevano giochi che per noi ormai erano stupidi ed obsoleti... chi lo sa cosa ricordi tu di quelle ore di conversazione, a volte anche al buio, infilati anche sotto al tavolo o abbarbicati in un angolo della cassettiera. All'epoca, avevo il vizio di infilarmi in luoghi stretti e bui, probabilmente era, secondo un po' di psicologia spicciola, una ricerca dell'utero materno. Ho smesso di farlo dopo i 16 anni, credo, e l'ho rifatto quando sono stata male con la depressione: mi sono chiusa a piangere nel mio armadio, al buio. A volte, quando ho paura, lo farei ancora adesso.
Tu mi facevi compagnia anche in questi viaggi del "voglio tornare nella pancia perchè invece sono qui", anche se, in tutta sincerità, spero tu abbia rimosso almeno il 50% delle cose che ti ho detto e delle stronzate che abbiamo fatto. Non è molto bello ricordarsi dei propri momenti di fragilità, se se lo ricorda qualcun altro è ancora peggio.
Ma è stato in uno di questi momenti in cui mi sentivo persa, che hai fatto una delle cose più belle che mi siano capitate. Non so collocare l'avvenimento nel tempo con precisione, ma dovevamo essere già ragazzetti, mi ricordo la penombra e me accoccolata accanto a te sul mio letto, che piangevo. Non me ne chiedere il motivo, poteva essere tanto una cazzata quanto una crisi esistenziale, who knows. Piangevo, questo è il dato di fatto, e tu mi hai asciugato le lacrime con i baci. Letteralmente. Da allora, nessuno lo ha mai più fatto, e credo che non sarà facile trovare qualcun altro in grado di compiere un gesto così meraviglioso. Forse, un giorno, quando avrò dei figli, perchè solo un animo puro come quello di un bambino può fare qualcosa del genere senza preoccuparsi delle conseguenze, e senza malizia.
Eppure, una volta ci è capitato anche di baciarci. Dio, arrossisco ogni volta che ci penso, e mi chiedo sempre se tutti i presenti lo abbiano rimosso, visto che da allora non se n'è mai parlato più. Quella volta essere i più grandi ci ha fregato, al gioco della bottiglia. Da allora, credo di averlo abolito dai giochi tra amici, sono troppo timida per rischiare di baciare qualcun altro. Avevo un ragazzo, ma avevamo litigato e quindi non mi posi troppo il problema. In effetti, non c'era nessun problema se non il fatto che ci siamo baciati davanti ad almeno 10 ragazzetti urlanti, nostri fratelli, cugini e amici di famiglia. Ma ora, forse, sono pronta a confessare una cosa, dopo 10 anni da quella pasquetta: nel momento stesso in cui ti ho baciato, o mi hai baciato, fai un po' tu, ho realizzato che avevo desiderato, ed aspettato quel bacio, da sempre. Che strano, deh! Pensarci ora, col senno di poi, mi fa sempre strano, soprattutto perchè, dopo, abbiamo iniziato ad allontanarci progressivamente. Un po' la vita, un po' si cresce, un po' forse proprio per quel bacio. Ma è stato proprio perchè l'avevo desiderato così tanto, e, una volta avuto, la cosa era finita lì, che non ho mai avuto la sensazione di aver tradito il mio ragazzo di allora. Che, essendo tra i lettori del mio blog, ora si starà sentendo una lieve puntina sottocutanea da entrambi i lati della testa. Non è necessario, credimi. E in ogni caso, lui c'era da prima di te. ^___^
Tutta questa parabola per arrivare ad oggi, anche se meriterebbe una nota il nostro incontro di 4 anni fa, quando, ancora una volta a Capodanno, davanti alla mia faccia sconsolata perchè andavi via, mi hai chiesto di andare via con te. Non potevo, perchè un altro, inutile ragazzo, mi avrebbe fatto due palle così: ero a casa perchè avrei dovuto studiare il giorno dopo (versione ufficiale), in realtà perchè mi rompevo i maroni di andare a casa di sua zia e sorbirmi i suoi parenti. Mi dicesti una cosa, mentre mi baciavi per congedarti: "Non lo so se torno, dopo. " bè, non sei tornato più per 4 anni, e non mi aspettavo certo di vederti oggi. Ci eravamo detti talmente tante volte via msn: si, organizziamoci per vederci, ti sei perfino fatto portare un regalo da Ibiza per avere la scusa, e poi non ci vedevamo mai.
Ti sei presentato qua con tutta la naturalezza di questo mondo, senza nemmeno darmi un preavviso: che avresti fatto se non fossi stata in casa? Per te, che non ami il pc e nemmeno il telefono, tutto dev'essere rimasto come quando eravamo ragazzini, e mi dovevi telefonare di nascosto a casa perchè c'erano ancora le interurbane e io avevo il tabulato e non potevo chiamarti. Chissà se ti ricordi delle telefonate clandestine. A me fanno troppo sorridere, esattamente come i primi sms dai nostri primi telefonini, che più che altro erano citofonini. Da qualche parte, ho ancora dei quadernini con la trascrizione di tutti gli sms che ho ricevuto nei primi due anni di telefonia mobile. Sono sicura che se cercassi, troverei qualcosa di imbarazzante anche tuo, tesoro mio!
Per fortuna c'ero, così almeno non ti sei dovuto sorbire il pesantissimo ragù della domenica di mia zia invano. E siamo di nuovo lì, con te in cima alla scala e io che salgo. Ti sei girato, mi hai visto, ed è stato come se non fossero passati nemmeno 3 giorni dall'ultima volta che ci siamo parlati. E io che mi preoccupavo del brufolo!
Come al solito, parlo sempre io. Sei rimasto sempre lo stesso, fai domande, ascolti, ma se ti chiedo non rispondi, o sei vago, o devii. Un giorno esploderai e mi racconterai tutto, magari su msn un giorno che non ti scoccerai di starci per + di 5 min. Ti ho portato in camera mia per darti il regalo, o meglio, mi ci hai portato tu, e ti sei stupito di quanto fosse rosa. Mi hai guardato incredulo quando ti ho detto che è esattamente la stessa di sempre, o meglio, i mobili sono gli stessi che ci hanno visti crescere. Evidentemente, disposta in maniera diversa, ti ha fatto un effetto diverso. Hai cercato di fare amicizia col mio gatto, come fanno tutti, e, solo dopo che siamo usciti, mi sono chiesta se avessi notato il Tao che tengo appeso vicino alla madonnina, sulla testata del letto. Uno uguale, comprato assieme al mio, te l'avevo portato dalla mia gita ad Assisi, me l'avevi richiesto esplicitamente e ti avevo accontentato. Credo mi sia rimasta la brutta abitudine di viziarti, perchè, se mi fossero rimasti i soldi, ti avrei preso anche gli stivaletti che mi avevi chiesto quando sono andata a Londra, e avrei girato tutta Londra per trovarli, esattamente come ho girato tutta Ibiza per quello stupido cappellino del Pacha. Spero che almeno ti piaccia sul serio e ti abbia reso felice.
Ci hanno mandati via, oggi, perchè tanto eravamo talmente presi dalla nostra conversazione, che non avremmo lasciato entrare nessuno. Chiusi in una stanza virtuale, come eravamo chiusi in una vera da piccoli, quando tua madre ha cercato di inserirsi nel discorso mi hai costretta ad ignorarla, attirando continuamente la mia attenzione toccandomi lievemente il braccio, ogni volta che perdevi il contatto visivo con me. Normalmente, odio chi mi tocca quando parlo, ma non te. Alla fine, ci siamo ritrovati a parlare in macchina, perchè, appunto, ci hanno mandato a fare una commissione, come se ricordassero, tutti, improvvisamente, che per parlare decentemente io e te abbiamo bisogno di stare da soli. Che poi, per raccontarci tutto quello che abbiamo fatto negli anni, non basta un pomeriggio. Credo ci vorrebbe almeno un mese.
Non te l'ho mai detto, ma sono veramente contenta di averti avuto come amico, sono stata davvero triste di averti temporaneamente perso, ed immensamente felice di averti ritrovato, anche se far collimare le nostre due esistenze, che sono andate per fatti loro per tanto tempo, è un'impresa che ci riesce abbastanza male.
O forse, è solo che non la vogliamo far riuscire.
Solo dopo che sei andato via, stasera, e dopo che sono andati via tutti, mi sono accorta che avrei voluto abbracciarti per un tempo indefinito, senza dire una parola. Ovviamente, non l'ho fatto perchè, come dice sempre Ilaria, e com'è vero, sono una sprucida anaffettiva. Perchè non sapevo come l'avresti presa. E poi perchè non sono cose che si fanno davanti agli altri, se non in situazioni particolari. Ho una strana concezione della fisicità, io, ma davvero, mi è dispiaciuto non farlo.
Forse ai miei buoni propositi per il 2010 dovrei aggiungere cercare di cambiare il mio modo di manifestare l'affetto con gesti semplici ed eloquenti.
Se fossi qui, ti abbraccerei adesso, per tutte le volte che non l'ho fatto quando eravamo piccoli, per tutti gli anni in cui non siamo stati vicini, e per la voglia che avevo oggi di saltarti al collo e dirti, semplicemente"Ti voglio bene, Marco."

sabato 23 gennaio 2010

La solitudine degli entusiasti.

Stasera sono proprio abbattuta. No, incazzata. Vabbè, diciamo delusa e incazzata. E non solo. Non so bene come iniziare il discorso, nè dove andrò a finire. So solo che questo mio sbottare deriva da qualcosa che ritorna, ciclicamente, nella mia vita, e mi domando perchè.
Tutto è nato, o meglio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso oggi, è nata ieri. Stavo parlando come al solito con Anny, cazzeggiando,e ad un certo punto mi è venuto in mente che sarei potuta andare da lei per Carnevale/San valentino. Non ci vediamo da settembre ed inizia a pesare... ci avevamo preso gusto a vederci ogni 3 mesi, e, visto che per andare a roma a vedere we will rock u a marzo non spenderò + di 150 euro, me ne restano altri 150 di quelli che mi hanno regalato a natale, + varie ed eventuali che riesco a mettere da parte. Bene, visto che è carnevale ci diciamo che possiamo andare a vedere che si dice a Viareggio, quindi, per forza di cose, devo salire con la macchina.
Fin qui niente di strano, mi metto su viamichelin per decidere che strada fare e valutare un po' i costi, ed in effetti mi viene a fare meno in macchina (evviva il GPL) che in treno. Mentre stiamo delirando sulle cose da fare etc, parte l'ideona: Anny, ma perchè non ci mettiamo in macchina e andiamo in Belgio alla prima di Tim? La prima, a Gent, è subito dopo Carnevale. All'inizio l'ho sparata lì a ridere, sia ben chiaro. Anny ha iniziato a sfottere dicendo che ci volevano 4 gg di macchina e saremmo arrivate morte, ma io ovviamente sapevo che non ci voleva + di un giorno... il bello di guidare è questo, niente ti pare mai troppo lontano! Ho digitato le coordinate nel sito e mi ha dato il risultato: 1273 km (da casa di Anny direttamente al teatro), 12 ore di viaggio, 100 euro di spese solo andata + circa 30 euro di bollino autostradale svizzero(è un bollino che appiccichi alla macchina ed è valido per un tot di tempo su tutte le strade a pagamento svizzere). Nazioni attraversate: Italia, Svizzera, Francia e tutto il Belgio. La cosa ci ha entusiasmate alquanto. Abbiamo iniziato, almeno io, a vederla come possibile. In fondo, se ci ho messo 16 ore a tornare dall'isola di Favignana a Napoli, da sola, coi mezzi, e sono sopravvissuta, 12 ore in macchina con le mie migliori amiche sarebbero volate. E poi vuoi mettere? Una follia del genere dev'essere divertente per forza! Prendere su la macchina, guidare attraverso tre paesi e mezzo, fermarsi quando il panorama cambia, aggiornare status su fb dal netbook con la chiavetta. Cantare ridere e mangiare robe strane (premunendoci di enterogermina). Arrivare morte, entrare in un hotel scassato e chiedere una stanza, una qualsiasi. Andare a fare i sopralluoghi a teatro perchè non sia mai non so dov'è lo stage door prima di andare!! Non capire un cazzo con la gente che ci parla in Fiammingo. Visitare la città in un giorno, girando senza meta. Vestirsi come se stessimo andando alla grandissima serata della ns vita ed assistere ad uno spettacolo di cui non capiremo niente se non quello che già sappiamo del capolavoro di Hugo, del film della Disney e del musical in italiano di Cocciante. Tutto solo per poter dire poi a Tim: brilliant performance, I liked ur costume LOL Passare per pazze sclerate, una volta nella vita, visto che mi sono costruita un mondo di fanatismo pulito e rispettoso nel mio club. Ma per Tim sono quella pazza Italiana che mi segue e non capisco perchè. Probabilmente, a dispetto di ogni misura, lui troverebbe meno strana, rispetto a Mark, una mia apparizione in questo modo. E poi, una volta che ho fatto 12 ore di macchina, col cavolo che non gli parlerei! ahahhaha mi ci appenderei al collo! Puoi arrossire quanto vuoi, tesorino... sono in follia mood. Prendere un aereo e venire a Londra apposta non è stato abbastanza fuori come cosa. Ho le mie amiche lì e tendo sempre a darmi un alone di sanità mentale. Ma questa sarebbe stata mitica.
Ecco, sto usando il condizionale perchè oggi, dopo tutti gli entusiasmi di ieri, le mie care, migliori amiche, mi hanno spento.
I soldi, non i soldi, il freddo, i km, la macchina... in pratica, mi sono ritrovata da sola con la mia follia, col mio entusiasmo e con la mia grandiosa idea. Come se poi avessi chiesto loro di cacciare i soldi per il viaggio o per l'ostello della gioventù sgangherato in cui avremmo dormito un paio di giorni.
E questa è stata la goccia. Hanno fatto come faceva Francesco, solo con tempi di reazione + lunghi. Lui ci metteva un'ora a tirarmi fuori tutti i problemi, e, se non ce n'erano,a crearne di inesistenti. Loro ci hanno messo mezza giornata. Maggrazzie!

E così è iniziata la mia serata di riflessione, che in realtà poi erano giorni che pensavo su alcune cose.
La gente si crea problemi. La gente non ha entusiasmo. Direi che, in fondo, la gente vola basso e vive in un pessimismo cosmico che manco Leopardi.
Non dico che dobbiamo tutti aspirare a chissà che. Ma cazzo, se c'è una cosa che mi fa incazzare è l'immobilismo. Io, almeno, quando non faccio un cazzo per migliorare me stessa e la mia vita, lo ammetto che sono io a non agire.
Intorno a me, invece, vedo persone che si piangono addosso, ma poi, nei fatti, ti accorgi che non stanno facendo niente per portare avanti le loro vite.
Il mio sentimento di "sono fortunata" perchè la ruota mi sta girando bene, si è trasformato in una sensazione di fastidio nei confronti degli altri, gli altri che prima mi parevano sfortunati, e ora mi paiono sfaticati.
Capisco i problemi reali, quelli si, li capisco e ti do una mano. Ma se mi vieni a dire che non hai soldi e non trovi lavoro, e non lo stai veramente cercando, bè, vai a cagare. Se mi vieni a dire che non trovi un ragazzo, e non hai amici, ma non esci mai di casa, e non ti prendi cura di te stessa e del tuo aspetto, ma da chi lo vuoi? Se mi dici che io so fare tante cose che tu vorresti saper fare, e non capisci che non sono nata mica imparata, ma ho studiato, e vissuto, e viaggiato, e a te non va di farlo.... ma che pretendi? Se ti fossilizzi su una cosa, vivendo solo per quella, e tralasci tutti gli altri aspetti della tua vita, e poi ti lamenti che non hai un lavoro, non hai niente, e a 30 anni vivi ancora coi tuoi genitori... ma come osi???
Ovviamente sto parlando di persone perfettamente in grado di intendere, di volere e di muoversi in maniera autonoma.
Storie d'amore che non vanno, per motivi vari, e tu che ti fai le croci per loro, perchè pensi che un sentimento deleterio così non è amore. Ci sono passata, e non ci passerò mai +. La gente dovrebbe capire quando sbattere i partner fuori dalla propria vita, quando l'amore non c'è o non basta e quando la storia è un male + che un bene. La sofferenza sta bene prima e dopo un rapporto, non durante. Bisogna stare con una persona perchè ci fa stare bene SEMPRE, non solo nei momenti idilliaci. Se il/la tuo/a partner ti fa piangere 20 giorni su 30, io ci penserei.
Arrivare a 30 anni e non avere la patente, e vivere in un posto in cui attorno a te non c'è un cazzo, e lamentarti perchè non hai una vita sociale di nessun genere... bè, io ti dico cazzo vatti a prendere la patente e poi ne riparliamo!
Se stai mandando a cagare il tuo sogno perchè mezza cosa è andata storta e tu non hai voglia di lottare per andare avanti... non mi venire a dire che è la vita. E' una tua scelta.

Insomma, sono delusa dal mondo che mi circonda. Ognuno ha i propri obiettivi nella vita, io sto lavorando per raggiungere i miei. Un passetto alla volta, ma qualcosa faccio. Intorno a me, la gente finge di vivere. O vive senza obiettivi.
Ottimismo, entusiasmo e gioia di vivere sono le parole + lontane possibile dalle persone che mi circondano, immobili nelle loro vite piccine, senza fare un solo movimento della mano per cacciare le mosche che girano intorno alla grande mmerda che stanno diventando. Perchè se smetti di sognare, e di fare, vai in putrefazione prima del tempo.
La mancanza di entusiasmo nella gente è una cosa che mi atterrisce da sempre. Perchè, tutte queste persone di cui ho parlato (e spero che qualcuno si sia riconosciuto e si stia passando una mano sulla coscienza), ripeto, non hanno problemi di sorta, se non quello di essere diventati pigri esecutori della propria recita quotidiana, senza lasciarsi prendere dalle cose belle che ancora ci sono, e senza credere realmente in quello che dicono e nei progetti che fanno. Perchè se ci credi veramente, ti fai il culo per raggiungerlo, perchè se sai che nella vita le cose brutte te le danno aggratiss e frequentemente, quelle belle cerchi di costruirle e coglierle se le vedi sulla strada. Perchè sai che le cazzate vanno fatte, e + cazzate sono + saranno belle. Perchè è vero che bisogna essere delle persone mature e responsabili, ma non dei robot. Perchè se mantieni il tuo vivere e la tua mente ad un livello basso, la vita ti porterà ancora + in basso.
Credo non sia stato un caso che quando mi sono accontentata di avere un ragazzo bravo che mi avrebbe sposata, anche se non era quello che volevo, mi sono depressa.
Credevo di essere in mezzo a persone come me, e invece mi rendo conto, di nuovo, di essere l'eccezione.
Qualcuno, sentendo dell'idea folle che mi era venuta, mi ha detto che era una cosa assurda. Non ci do peso, perchè so che quei qualcuno sono persone che non sanno campare. Che si sono legate a doppio filo ad un'esistenza priva di voli di ogni sorta, priva di emozioni forti e di quel poco di follia che ti basta ad accendere la scintilla per sentirti vivo.
Perchè, ditemi voi, come si fa a sentirsi vivi se tutti i giorni fai le stesse cose alla stessa ora per 5, 10, 15, 20 anni? 7 giorni di vacanza l'anno non bastano, se non hai la pazzia necessaria a rendere ogni giorno un po' speciale.
Non sono molto sicura di quello che ho scritto stasera, so solo che non sopporto le persone che, in questi giorni, si lamentano di cose che potrebbero cambiare solo loro, e non fanno niente per muoversi verso la risoluzione.
Spero, un giorno, di incontrare almeno un'altra persona come me. Per non sentirmi + così sola in questo ottimismo entusiastico che mi contraddistingue.
 
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