Come feci a suo tempo per "Tutto cambia", pubblico sul blog l'incipit del mio nuovo romanzo. E' ovviamente una bozza e va affinata, la storia è un po' molto diversa... cmq Enjoy!
Non avrei mai pensato di innamorarmi così. Non adesso che sono un adulto, non di una persona più giovane di me, che vive a km e km di distanza, in un altro paese, e che parla un’altra lingua. Non avrei mai pensato di sentirmi ancora così dopo mesi che non la vedo, e che non le parlo. Di mandare a monte tutto quello che avevo costruito nella mia vita per stare con lei, anche se lei ancora non lo sa. E ancora non trovo il coraggio di comporre il suo numero sul cellulare per dirle che sto andando da lei… come reagirà? Cosa avrà fatto in questi mesi in cui mi è mancata da morire senza saperlo? Le sere d’estate sembrano così lontane ora che è Inverno e qui a Londra nevica…
“Dai Patrick si va ad Ibiza!!” James lo aveva guardato sorridendo, e passandogli il catalogo preso all’agenzia di viaggi. “Ibiza? Ma mi volete morto? Lizzy mi ucciderà se solo le nomino Ibiza…” Aveva preso la rivista e l’aveva sfogliata distrattamente, quelle spiagge bianche, il mare turchese, gli hotel con piscina e le discoteche…
“A Lizzy ci pensa Christie” era intervenuto Harry, l’altro suo migliore amico.
“Quest’anno ci siamo messi d’accordo per le vacanze separate, no? Approfittiamone, prima di avere dei figli! E poi dovremo pur trovare una ragazza a Jamie!”
“Ah grazie Harry, come sei premuroso! Cmq Patrick, a parte scherzi: ci sono delle offerte vantaggiose se affittiamo una casa per un mese… e poi una volta nella vita bisogna andarci, ad Ibiza!”
“Ok, ok, ne parlerò con Lizzy… Christie che ne dice?”
“Per lei non ci sono problemi, lo sai… ha detto che porterà Lizzy in qualche posto altrettanto ‘pericoloso’!”
Risero. E tre mesi dopo erano su un volo che li stava portando a Ibiza, l’isola più famosa delle Baleari, dove non si dorme mai e si passa da una discoteca all’altra tutta la notte… così diceva la brochure. E così era passata la prima settimana di vacanza, a ubriacarsi e girare di party in party, fino a quella notte.
Erano già brilli, quando entrarono al primo party che trovarono sul loro cammino. La pista era strapiena, corpi che si muovevano a ritmo di musica, scintillanti di sudore e di glitter sotto le luci impazzite. Dopo una sosta al bar si erano gettati in pista, James era sempre alla ricerca di qualche nuova ragazza da portare al prossimo party, ovviamente con annesse amiche, e pareva avere interesse in una brunetta con una scollatura a dir poco provocante che ballava lì vicino in compagnia di altre ragazze. La musica era talmente assordante che parlare sarebbe risultato inutile, quindi Jamie preferiva iniziare la conoscenza con un approccio fisico: ballando ballando riusciva sempre a farsi capire, e in una settimana aveva collezionato già un paio di svedesi, tre tedesche e una connazionale inglese. D’altronde era un bel tipo, di quelli che piacciono alle donne: alto, ben piazzato, due occhi blu come il mare e un sorriso da far girare la testa. La brunetta pareva capire il linguaggio del corpo, e dopo poco era andata a prendere un drink con Jamie, lasciando Harry e Patrick in pista, praticamente accerchiati dalle amiche della ragazza.
Patrick non amava particolarmente le discoteche, o meglio: gli piaceva andare a ballare, ma non fare conoscenza in quelle occasioni. Lui amava parlare con le persone, osservarle, studiarle, e la discoteca, con la musica sparata al massimo del volume, le luci stroboscopiche e gli effetti speciali, non era il luogo adatto per dedicarsi a tali attività. In ogni caso lui e Harry si muovevano sinuosamente tra le persone pigiate le une contro le altre, sorridendo e ammiccando tra loro quando passava qualche bella donna.
Harry iniziò a ballare con una tipa alta e bionda, probabilmente svedese, e fu allora che, girandosi intorno, la notò. Doveva essere inglese, si disse, o irlandese… al massimo tedesca. Avrebbe voluto vederla chiaramente alla luce del sole, per poterla osservare davvero. Ma erano in una discoteca, e le luci cambiavano colore di continuo. Ballava poco distante da lui, insieme alle amiche della brunetta di Jamie. Dovette sentirsi osservata, perché i loro sguardi si incrociarono e gli sorrise, e la vide dire qualcosa all’orecchio di una delle ragazze che le erano accanto. Si guardarono ancora, e ancora, finchè non si ritrovarono a ballare vicini. Vide Harry baciare la stangona e si domandò dove fosse finito Jamie con la brunetta, eppure non riusciva a staccare gli occhi dalla ragazza che gli ballava accanto dandogli le spalle, dalla curva che faceva la sua schiena scoperta… erano talmente vicini che sentiva l’odore di lei mischiarsi al proprio… ma non era andato in vacanza con gli amici con l’intenzione di tradire Lizzy! Non si erano detti ancora una parola, ma sentì la necessità di dirle: “Torno subito” prima di allontanarsi per andare al bar.
Ordinò un drink, James era seduto su uno sgabello di fronte alla brunetta, e si gridavano a vicenda cose all’orecchio. Sorrise all’amico e riprese a guardarsi intorno, quando vide arrivare al bancone il gruppo di amiche con cui avevano ballato. La ragazza con cui aveva flirtato diede un bacio sulla guancia alla brunetta, che le presentò Jamie, e poi la sentì ordinare in spagnolo tre cocktails, accomodandosi su uno sgabello poco distate dal suo, mentre le due amiche si sedevano tra lei e la brunetta.Ora poteva guardarla meglio: aveva addosso un vestito rosso cortissimo, che le lasciava la schiena scoperta, e dei sandali neri con inserti di cristallo, i capelli raccolti in una pettinatura alta color biondo rame, da quanto era abbronzata doveva essere lì da parecchio tempo e avere l’abitudine di andare a dormire a una certa ora… loro non riuscivano a svegliarsi prima delle 16 e a uscire di casa prima delle 18, ed erano ancora bianchi come quando erano arrivati! Di nuovo si girò verso di lui aspettando che il barman servisse lei e le sue amiche, e la sentì chiaramente parlare in inglese con loro.
Anche Harry e la sua tipa arrivarono al bancone, e Jamie disse, vista l’ora, se non fosse il caso di andare tutti a un altro party. La brunetta guardò le sue amiche, e fu la donna in rosso a rispondere che andava bene. Doveva essere la leader del gruppo.
Si alzò ed erano tutti pronti per andare, ma Patrick aveva bisogno di andare alla toilette, e quindi chiese di aspettarlo fuori dal locale. Li vide avviarsi all’uscita e si diresse nella direzione opposta, trovò il bagno facilmente, non era la prima volta che andavano in quel locale, e iniziò a fare i suoi bisogni domandandosi come avrebbero fatto Harry e Jamie a sostenere ben 6 ragazze, visto che anche la svedese aveva un’amica… Ma qualcosa gli diceva che la ragazza in rosso si sarebbe tirata fuori dai giochi a meno che…
Si era appena riabbottonato le braghe quando la vide entrare. E lo stupore di veder entrare una donna nel bagno degli uomini fu subito rimpiazzato da quello di vedersi sbattere contro un muro e baciare appassionatamente. “A meno che…” aveva pensato una frazione di secondo prima, e il bacio aveva completato la frase… non aveva pensato a Lizzy in quel momento, non aveva pensato a niente se non alla lingua di lei che accarezzava la sua, e poi lo aveva preso per mano e trascinato in un bagno, e qualche minuto dopo erano uno nell’altra alla ricerca del piacere, appoggiati contro le piastrelle scarabocchiate con tutti i vestiti addosso. E poi avevano sentito qualcuno entrare nel bagno e chiamare: “Patrick? Sei qui?” era Harry. Si erano guardati negli occhi senza dire una parola, il piacere ancora in sospeso tra loro due, Patrick aveva pensato che era davvero bella e le aveva fatto segno di tacere mettendosi un dito sulle labbra, per farle capire che non aveva intenzione di lasciarla lì senza darle quello per cui era tornata sui suoi passi, e lei aveva annuito sorridendo ancora una volta.
“Lo hai trovato?” era James. “No… sarà andato da qualche parte con l’amica di Giulia” “Peggio per lui, si perde in mille chiacchiere quando potrebbe fare altro! Speriamo che trovi la strada di casa…”
Erano usciti chiudendo la porta dietro di loro.
Aveva tirato un sospiro di sollievo. “Ti perdi in chiacchiere?” gli aveva chiesto lei, guardandolo maliziosa.
“no!” le aveva risposto, entrando ancora di più dentro di lei, un poco ferito nel suo orgoglio maschile.
Una volta trovato il ritmo giusto, era finito tutto in fretta, troppo in fretta forse. Si era dovuto appoggiare con la fronte al muro durante l’orgasmo, e quando l’aveva sollevata per guardarla, lei gli aveva spostato piano i capelli dalla fronte, con una naturalezza disarmante. Dovette scostarsi da lei per togliersi il preservativo “Vai sempre in giro con questi dietro?” Le chiese, mentre lei si puliva cn della carta igienica.
“Solo quando vado in vacanza a Ibiza” gli rispose, gettando la carta nella tazza e passandogli qualche strappo per avvolgerci dentro il profilattico usato.
La complicità e la confidenza che si erano instaurate automaticamente tra loro erano talmente strane da evitare a Patrick di cadere in imbarazzo, come gli succedeva ogni volta che aveva un rapporto occasionale con qualcuna, prima di conoscere Lizzy. Dopo, non ne aveva più avuti.
La guardò uscire dalla toilette e sciacquarsi la faccia davanti allo specchio, e poi uscire dal bagno, non senza prima essersi assicurata che nessuno la vedesse uscire dalla toilette degli uomini. Si lavò le mani e uscì anche lui, e la trovò che lo aspettava fuori dalla porta.
“Che fai ora?” le chiese, mentre si avviavano fuori dal locale.
“Non so… credo di tornare in hotel… sono 3 giorni che non dormo, devo recuperare un po’ di forze… tu?”
“uhm… non ho idea di dove siano andati i miei amici.”
Erano usciti fuori, l’aria era fresca e una moltitudine di gente viveva la notte sulla spiaggia ed entrando e uscendo dai locali.
“Vuoi che ti accompagni in hotel?” Le chiese, rendendosi conto che erano le 4 del mattino e che lei era una ragazza sola.
“no, ti ringrazio, ma è qui vicino…” gli disse, sfilandosi i sandali uno alla volta, restando in bilico su una gamba sola.
Intravide un pezzo della sua mutandina nera mentre si abbassava per slacciare il cinturino, e si accorse che la voleva ancora.
Si rialzò e lo guardò sorridendo.
“bè, buonanotte, Patrick. Magari ci si ribecca in giro una di queste sere…”
Aveva pronunciato il suo nome in un modo delizioso, un po’ strano.
Lo baciò piano sulle labbra.
“… e grazie.”
L’aveva guardata allontanarsi ancheggiando, con la borsetta a tracolla e i sandali nella mano sinistra, e in quel momento si era accorto di non sapere nemmeno come si chiamasse.
2 commenti:
Bello!!!!! Perchè non continui a postare troveresti u8nn sacco di lettori sai!!!!!!!! Aspetto il seguito!!!!!!!!!
sei brava come scrittrice! mentre leggevo stavo immaginandomi le scene!
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