Il mio ragazzo mi ha appena accusato di non avere spirito di sacrificio... ma perchè è un difetto non averne?
Secondo me è un sentimento totalmente inutile... a parte che rinunciare alle vacanze per lui e per la tesi mi pare già notevole come sacrificio, ma poi a che pro sacrificarsi tutta una vita?
Mi sconvolge come la gente continui a seguire dei valori assurdi, anche se ha la prova sotto i propri occhi che stanno facendo male.
Ad esempio, il padre di Francesco stesso, il Sig. Umberto, si è sacrificato tutta la vita a lavorare. Il suo sogno, lo sanno in molti, era di costruirsi una casa sull'appezzamento di terreno che avrebbe ereditato alla morte di sua madre.
Il Sig.Umberto, pace all'anima sua, muore a 52 anni di tetano(preso al lavoro, e aggravatosi perchè, per spirito di sacrificio, non disse a nessuno che si era fatto male per continuare a lavorare...), lasciando una famiglia spezzata, sua madre ancora in vita e il suo sogno irrealizzato.
I suoi risparmi sono stati utilizzati per fare ciò che lui non aveva mai voluto fare: ristrutturare la casa in cui vive la famiglia, un appartamento nel centro cittadino in cui lui, amante della campagna e della natura, probabilmente era sempre stato stretto.
Ho voluto molto bene e molto stimato il Sig. Umberto quando era in vita, e credo che il suo sacrificio, seppure vano, avesse almeno lo scopo di realizzare un sogno.
Ma Francesco continua a dire che io dovrei avere spirito di sacrificio. Lui lo intende nel senso suo, ovvero come suo padre. I miei lo intendono come accollarmi mia mamma(mia madre, per chi non lo sapesse, è affetta da Sindrome di Steinert, una distrofia muscolare con tanti di quei sintomi collaterali - tra cui anaffettività e cambiamento caratteriale- che non sto qui ad elencarli).
Ma io, di sacrifici per il denaro, non ho bisogno di farne. Mio nonno e mio padre hanno ben pensato al mio avvenire, e fortunatamente a casa non mancano i soldi per mangiare, vestirci, studiare e pagare la macchina.
Di sacrificarmi per mia madre, non se ne parla. Io già mi sento sacrificata a portarmi addosso il peso psicologico di tutta questa situazione, figuriamoci accollarmela proprio praticamente. Inoltre non amo mia madre come una figlia ama normalmente sua mamma.
Mia madre è stata una figura assente e disturbante nella mia vita, a cui sono legata solo per vincolo di sangue e per un affetto debole dato dalla convivenza.
Pensandoci bene, forse in questo periodo non voglio bene proprio a nessuno, forse un po' a me stessa, anche se continuo a farmi del male e non riesco a fare la dieta.
Dovrei aiutarmi da sola, perchè tanto non ci riesce nessuno, nè a casa, nè tra gli amici, nè l'analista.
Improvvisamente ho capito che voglio stare da sola. Non voglio avere rapporti sociali con nessuno, voglio stare da sola e basta. E in questi giorni sto creando i presupposti per farlo: ho deciso di lasciare l'analista, di lasciare il lavoro, quasi di lasciare il mio ragazzo. Non sopporto nemmeno il mio gatto.
Forse è questo il fondo che devo toccare.
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