London Tiramisu - il mio weekend misterioso - Day Three

Rieccomi sul blog, o miei cari lettori!
Oggi parliamo del mio ultimo giorno a Londra... che poi è mezza giornata ma non fa niente!
La mattina la sveglia suona e Ilaria manda a cagare Mark prima di me e al posto mio... apro gli occhi e ci sono talmente tante foto di Mark in giro che non so a quale dare il buongiorno...
A casa ne ho una sola, sul comodino, affianco alla sveglia, sicchè mi è facile dare buongiorno e buonanotte...
Inizio una riflessione sulle differenze tra camera mia e camera di Ilaria, e la mia vita e quella di Ilaria...
Alla fine sono giunta alla conclusione che lei vive a Londra, vive da sola e potrebbe verosimilmente incontrare Mark in qualsiasi momento, ma, a parte le botte di culo che ci vogliono... lei continua a vederli come qualcosa di irraggiungibile... una volta mi disse, in uno dei suoi sermoni sullo scordarmi l'Owen (hanno preso un po' tutti l'abitudine ultimamente, perfino chi ha la stanza tapezzata di poster come una 13enne, scusami Ila lo sai che ti amo), che lui non era reale, che era fatto della stessa materia dei sogni, e quindi intangibile.
Io non so come si possa dire una cosa del genere dopo quello che abbiamo vissuto a dicembre scorso, dopo averlo baciato e aver sentito la barba pungerti la guancia e il ciatillo pestilenziale di vino... fatto sta che io in camera ho una sola foto di Mark, "vera" (stampa su carta fotografica, high definition) e una sola dei lads, anch'essa "vera", ed entrambe sono su porta foto a molletta uguali a quelli in cui tengo le foto mie, dei miei amici, della mia vita.
Sono giunta alla conclusione che, mentre per Ilaria loro sono ancora davvero soltanto dei poster (e non riesco a capire allora perchè li insegua instancabilmente nei sogni, negli incubi e nella realtà dei fatti), e come poster li tiene in camera... poster cartoline e ritagli di giornale(tra cui anche quelli con le foto di Mark ciucchissimo ai Brits, che quando arrivarono da una ridente amica al mio Pc tramite msn, io sono scoppiata a...piangere, e non so come fa lei a tenerle sull'armadio, tra parentesi accanto a una lettera scritta da me per lei... mi è parso quasi un affronto)... e poi è venuta a casa mia, nella mia stanza, e ha detto che le mie foto sono + belle...
Dicembre scorso ha finito di cambiarmi la vita, un cambiamento iniziato a ottobre e maturato dopo capodanno... Non riuscirei a tenere un poster in camera, perchè per me Mark, e gli altri, fanno parte della vita reale di tutti i giorni, e quindi altro che sogni...
Per qualcuno, la resa tangibile di un sogno, la realizzazione di esso, porta al disgusto, alla depressione, alla delusione. Per me è stata l'apertura di un mondo, del mio mondo.
Ma torniamo a Londra. Dopo questa riflessione sulle stanze, ci siamo alzate e con pinguedine sonnolenta, preparate per uscire. Ho chiuso la valigia e mi sono accorta di non trovare i calzini che avevo lavato il mattino prima... probabilmente li ha ritirati Egle con la sua roba, ma per quanto Giuseppe cerchi nella loro stanza non li trova... mi spiace perchè erano calzini di marca che mi duravano da anni, ma non posso certo perdere l'aereo per loro!
Usciamo di casa e fa ancora caldo... cammino col cappotto appoggiato sul trolley e mi chiedo chi cazzo me l'ha fatto portare...
Come da due giorni, ancora sento una fitta allo stomaco ma non ci bado... fammi godere le mie ultime ore a Londra, cazzo!
Arriviamo a Liverpool Street e andiamo a pranzo dove prima lavorava Ilaria, salutiamo Flavia e Diego che sono lì e ordiniamo la pappa. Sedute al tavolino, cazzeggiamo ancora un po' ma non riesco ad essere del tutto allegra... questo weekend è finito troppo in fretta, e vorrei che durasse ancora un po'... giusto per vedere se è vero quello che sentivo e che ora sto cercando di ammazzare perchè voglio pensare a me... Ma è tardi e devo prendere il bus per l'aeroporto... Ila mi fa passare gratis tramite conoscenza, ancora saluti e sono su...
Come non mi era sembrato di non vedere Kiki da mesi, così, come sempre, non mi pare che dovrò stare giorni, mesi, forse anni, senza vedere di nuovo lei, Ila e Baby.
Salgo sul bus e la scena è agrodolce mentre ci salutiamo io da su e loro da giù... "Ti amiamo" leggo sul labiale di Ila e nelle mani di Kiki che mi fa lo spelling con le dita... faccio il gesto di lanciare la sfera pochè e vanno via... e son da sola, di nuovo da sola con Mark, nelle orecchie nel cuore e nello stomaco, e mi sta rimproverando, ma gli sorrido beffarda... fottiti, la prossima volta forse ti cercherò.
La fila all'aeroporto è interminabile, il viaggio pure, mentre cerco di dormire ma mi sveglio di continuo... e poi sono a Napoli, son mancata 2 giorni e mi sembra bellissima, con le sue luci, le sue paure e le sue speranze, Lisa viene a prendermi alla stazione e andiamo a prendere la pizza, che mangeremo poi a casa mentre le racconto di questi tre giorni per sommi capi, e tutto sembra già così lontano nell'impellenza delle cose da fare e da dire.
Viaggiare è tutta la mia vita, Napoli è la mia casa e a Londra c'è il mio cuore. Vorrei poter vivere sempre così.

Grazie ragazze per i meravigliosi giorni passati insieme, e per aver allegerito la mia anima pressata dall'ansia. e grazie anche a chi è rimasto a casa ad aspettarmi, perchè se non c'è nessuno che ti preme rivedere, risentire, non ha senso tornare.
Grazie al mio gatto che non si è fatto notare per 3 giorni e ha ripreso a fare il matto appena sono rientrata dal portone.
E grazie come sempre a Mark, per avermi lasciata in pace quanto bastava per rilassarmi un po'!