Non so che musica mettere stasera, per accompagnare questo post. Sto vagando di genere in genere da ore, senza trovare la melodia giusta. Forse semplicemente stasera, stanotte, non c'è.
Non esiste una melodia unica che possa accompagnare 18 anni della mia vita, perchè lo scorrere del tempo ha una miscellanea di suoni come risultante, e cercare di riprodurla tutta insieme in un'unica sequenza di note darebbe un qualcosa di più simile ad un'orchestra nel momento prima dell'esecuzione, mentre si accordano gli strumenti, piuttosto che ad una sinfonia eseguita magistralmente.
La mia vita...
Oggi la mia vita è stato come ritrovarmela davanti, quando, salendo le scale, in cima ci ho visto te. Strano, perchè anche l'ultima volta che ci eravamo visti, 4 o 5 anni fa, eri in cima a quelle stesse scale.
Allora, non sapevo che ti avrei trovato. Oggi lo sapevo da circa 15 min, che ho passato a guardarmi nello specchio e mandare sos alla mia amica Fiore, che è molto + grande di me e quindi credo sempre possa consigliarmi. No, non ero preoccupata di risultare brutta o di non piacerti. Solo di risultare diversa in peggio, dopo tutto questo tempo. Perchè, su fb, nelle foto, sono sempre truccata e preparata... e non è lo stesso che vedermi mentre ho l'influenza e sono 3 giorni che entro ed esco dal bagno, con gli occhiali, un super brufolo e senza nemmeno la matita negli occhi. Che, se me la fossi messa, avresti pensato che era apposta per te. E non volevo. Ho cercato, mentre salivo le scale, di non pensare che sarebbe andato tutto male. Non abbiamo bisogno di profezie autoavverantesi, non qui. Arrivata all'ultima rampa, ti ho visto lì, seduto su una sedia, perfettamente a tuo agio, assorto a seguire la partita. Non mi fraintendere, ora, ma ho pensato che eri bellissimo. E mi fa strano pensarlo ogni volta, ma è proprio quella sensazione di bellezza che attiva il meccanismo di riconoscimento. Sei un uomo, ormai, ma sei lo stesso bambino che inseguivo da bambina girando intorno al tavolo. Che non lo sapevo, ma ti trovavo bellissimo anche quando ti mancava qualche dente, e anche quando eri nell'età in cui tutti noi siamo brutti, con i dentoni sformati, i capelli osceni e non si capisce bene dove cazzo andremo a finire nel cammino della vita. Ho una tua foto datata credo 1996, un capodanno, come al solito. La nostra avventura di amici si è svolta attorno alle feste comandate di famiglie allargate, perchè, non volendo, quelli che allora erano i grandi, e ora chiamiamo affettuosamente vecchi, ci hanno messo l'uno nella vita dell'altra, senza chiederci il permesso. Dopotutto, almeno per quanto mi riguarda, mi hanno fatto un favore.
Ho pochi ricordi netti degli anni in cui ci vedevamo spesso, d'altronde erano gli anni della mia preadolescenza e successiva crisi da teenager. Mi ricordo perfettamente il nostro primo incontro, quello si, tua madre che ti spinge verso di me dicendomi di non farti mangiare le monete di cioccolato e di badare a te. Dopo di allora, me l'ha detto tante altre volte, per anni. Ma non ho mai avuto bisogno di rimproverarti, o dirti di non fare qualcosa. Anche se mi sarebbe piaciuto farlo, data la mia natura di despota dittatrice, che da piccola era molto più sviluppata. Sei sempre stato un bimbo responsabile, ma allora non lo sapevo. Me ne accorgo ora ripensando a quegli anni, anni di cui, nonostante tutto, ho un bel ricordo. Mio cugino mi ha da poco confessato che era geloso del rapporto che c'era tra me e te, perchè avrebbe voluto che tu passassi del tempo con lui. In effetti, non mi ero mai veramente resa conto del rapporto esclusivo che vivevamo, anche quando giocavamo con tutti gli altri. Un po' perchè eravamo i + grandi, un po' perchè, per le nostre situazioni peculiari, come direbbe la Trovato, eravamo dei piccoli già grandi, e ci eravamo scelti. E più crescevamo, più ci isolavamo dagli altri, a raccontarci chissà quali segreti di cui non ho memoria. Parlo sempre molto, è vero, e tu mi stavi ad ascoltare. Ce ne stavamo ore ed ore chiusi nella mia stanza, mentre gli altri facevano giochi che per noi ormai erano stupidi ed obsoleti... chi lo sa cosa ricordi tu di quelle ore di conversazione, a volte anche al buio, infilati anche sotto al tavolo o abbarbicati in un angolo della cassettiera. All'epoca, avevo il vizio di infilarmi in luoghi stretti e bui, probabilmente era, secondo un po' di psicologia spicciola, una ricerca dell'utero materno. Ho smesso di farlo dopo i 16 anni, credo, e l'ho rifatto quando sono stata male con la depressione: mi sono chiusa a piangere nel mio armadio, al buio. A volte, quando ho paura, lo farei ancora adesso.
Tu mi facevi compagnia anche in questi viaggi del "voglio tornare nella pancia perchè invece sono qui", anche se, in tutta sincerità, spero tu abbia rimosso almeno il 50% delle cose che ti ho detto e delle stronzate che abbiamo fatto. Non è molto bello ricordarsi dei propri momenti di fragilità, se se lo ricorda qualcun altro è ancora peggio.
Ma è stato in uno di questi momenti in cui mi sentivo persa, che hai fatto una delle cose più belle che mi siano capitate. Non so collocare l'avvenimento nel tempo con precisione, ma dovevamo essere già ragazzetti, mi ricordo la penombra e me accoccolata accanto a te sul mio letto, che piangevo. Non me ne chiedere il motivo, poteva essere tanto una cazzata quanto una crisi esistenziale, who knows. Piangevo, questo è il dato di fatto, e tu mi hai asciugato le lacrime con i baci. Letteralmente. Da allora, nessuno lo ha mai più fatto, e credo che non sarà facile trovare qualcun altro in grado di compiere un gesto così meraviglioso. Forse, un giorno, quando avrò dei figli, perchè solo un animo puro come quello di un bambino può fare qualcosa del genere senza preoccuparsi delle conseguenze, e senza malizia.
Eppure, una volta ci è capitato anche di baciarci. Dio, arrossisco ogni volta che ci penso, e mi chiedo sempre se tutti i presenti lo abbiano rimosso, visto che da allora non se n'è mai parlato più. Quella volta essere i più grandi ci ha fregato, al gioco della bottiglia. Da allora, credo di averlo abolito dai giochi tra amici, sono troppo timida per rischiare di baciare qualcun altro. Avevo un ragazzo, ma avevamo litigato e quindi non mi posi troppo il problema. In effetti, non c'era nessun problema se non il fatto che ci siamo baciati davanti ad almeno 10 ragazzetti urlanti, nostri fratelli, cugini e amici di famiglia. Ma ora, forse, sono pronta a confessare una cosa, dopo 10 anni da quella pasquetta: nel momento stesso in cui ti ho baciato, o mi hai baciato, fai un po' tu, ho realizzato che avevo desiderato, ed aspettato quel bacio, da sempre. Che strano, deh! Pensarci ora, col senno di poi, mi fa sempre strano, soprattutto perchè, dopo, abbiamo iniziato ad allontanarci progressivamente. Un po' la vita, un po' si cresce, un po' forse proprio per quel bacio. Ma è stato proprio perchè l'avevo desiderato così tanto, e, una volta avuto, la cosa era finita lì, che non ho mai avuto la sensazione di aver tradito il mio ragazzo di allora. Che, essendo tra i lettori del mio blog, ora si starà sentendo una lieve puntina sottocutanea da entrambi i lati della testa. Non è necessario, credimi. E in ogni caso, lui c'era da prima di te. ^___^
Tutta questa parabola per arrivare ad oggi, anche se meriterebbe una nota il nostro incontro di 4 anni fa, quando, ancora una volta a Capodanno, davanti alla mia faccia sconsolata perchè andavi via, mi hai chiesto di andare via con te. Non potevo, perchè un altro, inutile ragazzo, mi avrebbe fatto due palle così: ero a casa perchè avrei dovuto studiare il giorno dopo (versione ufficiale), in realtà perchè mi rompevo i maroni di andare a casa di sua zia e sorbirmi i suoi parenti. Mi dicesti una cosa, mentre mi baciavi per congedarti: "Non lo so se torno, dopo. " bè, non sei tornato più per 4 anni, e non mi aspettavo certo di vederti oggi. Ci eravamo detti talmente tante volte via msn: si, organizziamoci per vederci, ti sei perfino fatto portare un regalo da Ibiza per avere la scusa, e poi non ci vedevamo mai.
Ti sei presentato qua con tutta la naturalezza di questo mondo, senza nemmeno darmi un preavviso: che avresti fatto se non fossi stata in casa? Per te, che non ami il pc e nemmeno il telefono, tutto dev'essere rimasto come quando eravamo ragazzini, e mi dovevi telefonare di nascosto a casa perchè c'erano ancora le interurbane e io avevo il tabulato e non potevo chiamarti. Chissà se ti ricordi delle telefonate clandestine. A me fanno troppo sorridere, esattamente come i primi sms dai nostri primi telefonini, che più che altro erano citofonini. Da qualche parte, ho ancora dei quadernini con la trascrizione di tutti gli sms che ho ricevuto nei primi due anni di telefonia mobile. Sono sicura che se cercassi, troverei qualcosa di imbarazzante anche tuo, tesoro mio!
Per fortuna c'ero, così almeno non ti sei dovuto sorbire il pesantissimo ragù della domenica di mia zia invano. E siamo di nuovo lì, con te in cima alla scala e io che salgo. Ti sei girato, mi hai visto, ed è stato come se non fossero passati nemmeno 3 giorni dall'ultima volta che ci siamo parlati. E io che mi preoccupavo del brufolo!
Come al solito, parlo sempre io. Sei rimasto sempre lo stesso, fai domande, ascolti, ma se ti chiedo non rispondi, o sei vago, o devii. Un giorno esploderai e mi racconterai tutto, magari su msn un giorno che non ti scoccerai di starci per + di 5 min. Ti ho portato in camera mia per darti il regalo, o meglio, mi ci hai portato tu, e ti sei stupito di quanto fosse rosa. Mi hai guardato incredulo quando ti ho detto che è esattamente la stessa di sempre, o meglio, i mobili sono gli stessi che ci hanno visti crescere. Evidentemente, disposta in maniera diversa, ti ha fatto un effetto diverso. Hai cercato di fare amicizia col mio gatto, come fanno tutti, e, solo dopo che siamo usciti, mi sono chiesta se avessi notato il Tao che tengo appeso vicino alla madonnina, sulla testata del letto. Uno uguale, comprato assieme al mio, te l'avevo portato dalla mia gita ad Assisi, me l'avevi richiesto esplicitamente e ti avevo accontentato. Credo mi sia rimasta la brutta abitudine di viziarti, perchè, se mi fossero rimasti i soldi, ti avrei preso anche gli stivaletti che mi avevi chiesto quando sono andata a Londra, e avrei girato tutta Londra per trovarli, esattamente come ho girato tutta Ibiza per quello stupido cappellino del Pacha. Spero che almeno ti piaccia sul serio e ti abbia reso felice.
Ci hanno mandati via, oggi, perchè tanto eravamo talmente presi dalla nostra conversazione, che non avremmo lasciato entrare nessuno. Chiusi in una stanza virtuale, come eravamo chiusi in una vera da piccoli, quando tua madre ha cercato di inserirsi nel discorso mi hai costretta ad ignorarla, attirando continuamente la mia attenzione toccandomi lievemente il braccio, ogni volta che perdevi il contatto visivo con me. Normalmente, odio chi mi tocca quando parlo, ma non te. Alla fine, ci siamo ritrovati a parlare in macchina, perchè, appunto, ci hanno mandato a fare una commissione, come se ricordassero, tutti, improvvisamente, che per parlare decentemente io e te abbiamo bisogno di stare da soli. Che poi, per raccontarci tutto quello che abbiamo fatto negli anni, non basta un pomeriggio. Credo ci vorrebbe almeno un mese.
Non te l'ho mai detto, ma sono veramente contenta di averti avuto come amico, sono stata davvero triste di averti temporaneamente perso, ed immensamente felice di averti ritrovato, anche se far collimare le nostre due esistenze, che sono andate per fatti loro per tanto tempo, è un'impresa che ci riesce abbastanza male.
O forse, è solo che non la vogliamo far riuscire.
Solo dopo che sei andato via, stasera, e dopo che sono andati via tutti, mi sono accorta che avrei voluto abbracciarti per un tempo indefinito, senza dire una parola. Ovviamente, non l'ho fatto perchè, come dice sempre Ilaria, e com'è vero, sono una sprucida anaffettiva. Perchè non sapevo come l'avresti presa. E poi perchè non sono cose che si fanno davanti agli altri, se non in situazioni particolari. Ho una strana concezione della fisicità, io, ma davvero, mi è dispiaciuto non farlo.
Forse ai miei buoni propositi per il 2010 dovrei aggiungere cercare di cambiare il mio modo di manifestare l'affetto con gesti semplici ed eloquenti.
Se fossi qui, ti abbraccerei adesso, per tutte le volte che non l'ho fatto quando eravamo piccoli, per tutti gli anni in cui non siamo stati vicini, e per la voglia che avevo oggi di saltarti al collo e dirti, semplicemente"Ti voglio bene, Marco."
4 commenti:
credo che l'abbraccio sia arrivato al suo cuore meg....se ti ha guardato negli occhi..nel profondo ... nell'animo.. avrà colto tutto quello che ora hai scritto!!
è bellissimo quello che hai scritto x lui...io sono tanto commossa :)voglio solo precisare che non è vero che sei inaffettiva..e concludo perché dire altre cose sciperebbe la bellezza delle parole da te usate!!! che bello..
mi piace tanto questo post,è dolce ed ha un profumo malinconico che riporta tutti noi ai nostri momenti dell'adolescenza,quando non siamo ancora formati,e insicuri piu che mai...ma quando siamo comunque felici....che bello davvero
Grazie ragazze per i commenti... purtroppo questo post è stato travisato da molte persone e spero che non venga male interpretato dalla persona che me l'ha ispirato e a cui è dedicato, perchè me ne cruccerei parecchio... io sono una deficente sentimentale come voi ben sapete ed inoltre so declinare quel sentimento chiamato amore in un'infinità di modi diversi, a seconda delle persone a cui voglio bene. Per mia sfortuna, pare che molte persone invece siano monopensiero e non riescano a concepire altro amore se non quello che nasce tra due persone che sono chimicamente attratte l'una dall'altra. Che limitata visione dei sentimenti!
Cmq Alice... un appunto: non credo proprio che l'adolescenza sia il periodo più felice della nostra esistenza! Tra le tempeste ormonali, i brufoli, la scuola, il corpo che cambia ogni 6 mesi e le paranoie, credo sia il periodo + indigesto da superare... come i nostri genitori ben ricorderanno!
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